Le opere di riflessione di Michelangelo Pistoletto

Le opere di riflessione di Michelangelo Pistoletto



Non si può parlare di riciclo senza citare il grande Maestro padre dell’arte povera e sostenitore attivo del riciclo come credo della sua arte. Michelangelo Pistoletto nella Venere degli Stracci (1967) riassume i tre elementi ricorrenti della sua arte: l’uomo nella sua individualità e debolezza, la storia, a lui sempre cara e il riciclo dei materiali. Un artista che fin dagli esordi ammirava Bacon approfondendo lo studio delle dinamiche umane nelle sue più profonde contraddizioni e alienazioni. Dinamiche storicamente attuali nelle immagini ricorrenti dei profughi che in cammino verso la speranza di una vita migliore lasciano dietro di se un tappeto di stracci e di rifiuti, segno del loro passato.
M.Pistoletto, La Venere degli Stracci, (1967)

Il suo stile ricorre alla storia, pur essendo fermamente ancorato al presente, per quell’arte sempre e comunque contemporanea per citare Paolucci, quella dell’hic et nunc dell’opera viva e pulsante.   La statua classica da lui proposta è la Venere di Callipigia, copia romana del I-II secolo, posta di fronte a un enorme  mucchio d’indumenti colorati. L’uso di oggetti e materiali che hanno dato qualcosa durante la loro vita ma che ormai sono un rifiuto, qualcosa da buttare, lui riesce a rinnovare e a farne qualcosa di prezioso e unico, come un pezzo da museo di pari dignità al più pregiato marmo. Il contrasto degli stracci come scarto del consumismo è in contrasto con la statua in algido marmo che come muta presenza precede lo spettatore. L’infinito, come elemento estremo del tempo, è simbolicamente presente nel Terzo Paradiso, un’opera del 2003 riproposta fino ad oggi in numerosissime varianti con modalità e materiali diversi soprattutto di riciclo. L’otto rovesciato è allungato e ritorto un’altra volta ancora, simile al nodo di Salomone in forma tronca, simbolo di unione fra l’uomo e la dimensione divina. Egli scrive: “L’arte, la scienza e la tecnologia sono gli strumenti necessari per attivare un cambiamento a livello sociale nei confronti della salvaguardia ambientale e questo mondo artificiale inquina e corrode il pianeta naturale, ingenerando processi irreversibili di estinzione. Il terzo paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale”. Le sue opere fanno parte della nostra quotidianità nascondendosi a volte anche nella pubblicità come nuova via dell’arte contemporanea dell’usa e getta.


M.Pistoletto, Grande Sfera di giornali,
1966-2013, diametro mt.5

Il globo degli Oggetti in meno (1965/66) in carta pesta lo ritroviamo in questi giorni sotto mentite spoglie in uno spot della televisione messicana contro il littering ovvero la pratica di alcune persone di gettare in terra i rifiuti. Nei pochi minuti di trasmissione un ragazzo getta in terra una pallottola di carta che rotolando s’ingigantisce inglobando altri rifiuti e ritorna minacciosamente davanti all’attònito protagonista. Nella sua ultima personale al Blenheim Palace di Woodstock nei pressi di Oxford, terminata il 31 dicembre scorso, ha ricordato: “I tempi cambiano e con loro i miti. Oggi il nuovo mito è il riciclo. Siamo in un momento di passaggio tra il mito del progresso e il mito del riciclo. Tempio– casa – riciclo – equilibrio – cambiamento”.  In questi giorni e fino al 21 ottobre prossimo si possono ammirare le sue opere, Venere inclusa, nella mostra antologica organizzata nelle Gallerie Stein di Pero e Milano.  Un'occasione per rivedere ordinati cronologicamente i suoi lavori.               

Questo fa di un semplice artista un grande Maestro, cioè la capacità di rendere anche l’arte partecipe del cambiamento sociale, culturale ed economico del nostro vivere quotidiano in funzione delle prospettive, non rosee, che il nostro ambiente così sfruttato potrà offrirci in futuro.               Le definirei opere di riflessione!

Per maggiori informazioni visita il sito della mostra 


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