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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

REMBRANDT IN CONFIDENCE

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Rembrandt in confidence  - Parigi Musée Jacquemart-André dal 16/09/2016 al 23/01/2017   Rembrandt van Rijn (Leida, 1606-Amsterdam, 1669) Ritratto dell'artista in costume orientale, olio su pannello, 1630 Il museo Jacquemart-André di Parigi fino al 27 gennaio 2017 dedica al prolifico artista questa mostra con ben quaranta opere divise in tre parti così come i tre capolavori che segnarono la sua vita. Sono tre le opere acquistate dai coniugi Jacquemart proprietari della casa, ora museo, appassionati d’arte rinascimentale italiana che con I Pellegrini a Emmaus (1628), un olio su carta che apre la prima parte dell’esposizione con la fase leidiana del pittore, quella storica, fino al primo successo di Amsterdam con Il ritratto della Principessa Amalia von Solms (1632) e alla maturità con quello del dottor Arnold Tholinx (1656).  Saskia come Flora , 1634  Disegni e incisioni accompagnano i dipinti per una conoscenza più approfondita della sua opera presta

I décollage di Mimmo Rotella

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I décollage di Mimmo Rotella   Mimmo Rotella si è spento undici anni fa all’età di ottantotto anni a Milano che con una serie di mostre ha ricordato lo scorso anno l’anniversario della sua morte. L’inserimento dell’artista in questa rubrica del riciclo non è difficile da intuire, la casualità o la volontarietà del suo gesto su un supporto di facile reperibilità ben lo inquadra.  Mentre la pop-art americana poneva sul mercato l’arte come merce di consumo e di benessere sociale celebrandola come una diva di Hollywood, Rotella lavorava in antitesi su quei poster con un gesto forte di strappo e ribellione come gli anni che sarebbero giunti di lì a poco in tutto il mondo sotto il nome di “Sessantotto”. Stratificazioni di poster murali che Mimmo incollava su tela. Immagini pubblicitarie del Cinema americano e nostrano in un'epoca che stava creando nuovi miti sulla scia consumistica, prima avvisaglia della globalizzazione contemporanea. Egli sottopone alla ludica

A Christmas Carol di ARTHUR RACKHMAN

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A Christmas Carol di  ARTHUR RACKHMAN  Non è il primo a illustrare Il Canto di Natale di Charles Dickens e nemmeno l’unico ma chi conosce il suo tratto non lo può dimenticare sfogliando le vecchie edizioni della nonna da lui commentate. La prima edizione del racconto esce nel dicembre del 1843 illustrata da Blicky, alias John Leech, un artista che collaborerà strettamente con l’autore anche in seguito con una serie di storie che appariranno ogni anno in occasione del Natale. Questa prima edizione è composta da solo quattro tavole ma è successivamente con il pittore Arthur Rackhman (1905) che i personaggi si animeranno più vibranti che mai come parte integrante della narrazione. L’artista con il suo segno semplice a punta di china, falsamente indeciso e colorato ad acquarello a tinte pastello ha rappresentato i personaggi della favola che durante il Natale si usa raccontare ai ragazzi. Le scene sono quelle dell’incontro del vecchio Mr.Scrooge con lo Spirito del Natale nelle su

Le opere di riflessione di Michelangelo Pistoletto

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Le opere di riflessione di Michelangelo Pistoletto Non si può parlare di riciclo senza citare il grande Maestro padre dell’arte povera e sostenitore attivo del riciclo come credo della sua arte. Michelangelo Pistoletto nella Venere degli Stracci (1967) riassume i tre elementi ricorrenti della sua arte: l’uomo nella sua individualità e debolezza, la storia, a lui sempre cara e il riciclo dei materiali. Un artista che fin dagli esordi ammirava Bacon approfondendo lo studio delle dinamiche umane nelle sue più profonde contraddizioni e alienazioni. Dinamiche storicamente attuali nelle immagini ricorrenti dei profughi che in cammino verso la speranza di una vita migliore lasciano dietro di se un tappeto di stracci e di rifiuti, segno del loro passato. M.Pistoletto, La Venere degli Stracci , (1967) Il suo stile ricorre alla storia, pur essendo fermamente ancorato al presente, per quell’arte sempre e comunque contemporanea per citare Paolucci, quella dell’ hic et nunc del

VESDAN, un artista fuori dal coro

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VESDAN, un artista fuori dal coro E’ durante una cena alla locanda La Pecora Nera di Buturo che noto sulle pareti opere fuori dal comune e la curiosità di conoscerne l’autore mi spinge a chiedere un possibile incontro con lui.  Mi sono rimasti impressi i suoi quadri che vivono di una propria vita. Dopo pochi giorni eccomi accontentata!     VESDAN, Leo (1452-1519), Andy (1928-1987) e  Jean Michel (1960-1988) , 2013 La nostra è una tranquilla chiacchierata all’ombra dei faggi silani in cui scopro  un artista con una forte personalità che segue una sua poetica diversa e in qualche modo “anacronistica” che spazia liberamente e come un neo-transavanguardista sprigiona la forza di un dada contemporaneo non in linea con le mode attuali del mercato che dettano le tendenze da catalogo dei gusti. Vesdan mi fa pensare a un neo-Chagall o a un Magritte, oppure a un De Kooning, anzi no a tanti ma in fondo a nessuno di questi per la sua capacità di sperimentare e di spaziare è un

TraVaso, l'acqua di Pietro Perrone

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TraVaso, l'acqua di Pietro Perrone Poco più di un anno fa si è svolta la mostra monografica di Pietro Perrone e voglio ricordarla per il suo importante contributo all'arte contemporanea.  Giovedì 16 giugno Pietro Perrone ha inaugurato la sua mostra dal nome TraVaso alle Officine Farneto di Roma. L’attenzione è catturata immediatamente dalle imponenti colonne tortili brunite che l’artista ha posto davanti all’entrata dello spazio espositivo, si tratta di manufatti creati dalla sovrapposizione del tema della mostra: le anfore.       Anfore che come vasi comunicanti travasano l’acqua creando cascate e cascatelle dal moto infinito.  Anfore di terracotta disposte casualmente senza un ordine razionale come vuoti abbandonati al caso: vuote e piene; contenitori e contenuti. Ciò che risalta di più è la tecnica che Perrone, con orgoglio, fa rinascere manzoninamente da un antico trattatello di pittura casualmente acquistato in un mercatino di libri usati. Colori a olio  che

Il pesante riciclo di César Baldaccini

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Il pesante riciclo di César Baldaccini César Baldaccini (Marsiglia, 1921-Parigi, 1998) “Io l’arte contemporanea non la capisco proprio!” è la frase più pronunciata di chi non riesce a vedere l’arte dei nostri giorni;  si potrebbe ribattere dicendo se quello che avviene nel mondo ai nostri giorni sia più chiaro...    La  recente  cronaca  ci porta a pensare ad artisti come César Baldaccini piuttosto che alla triade rinascimentale italiana, nel vedere le immagini degli attentati terroristici, così come la disperazione umana è più riconducibile all’ Urlo di Munch se si vuole rappresentare, estremizzando, il termine di attualità storica. Non che con questo voglia dire che l’arte debba assumere un ruolo sociale univoco ma che riflette e anticipa gli eventi, questo sicuramente sì. Il francese César inizia il suo periodo più proficuo negli anni Sessanta quando contemporaneamente a lui Andy Warhol fotografa le scene degli incidenti mortali della cronaca più nera e ter