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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

PAUL CURTIS a K a MOOSE: I'm a dirty boy!

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Paul Curtis a K a Moose: I'm a dirty boy! Dodici anni fa Richard Morgan scriveva sul The New York Times di Reverse Graffiti , un interessante articolo su un artista nato a Leeds nel 1965, Paul Curtis conosciuto anche col nome di Moose , alce. Il suo stile è da includere in quello della Street Art , accanto alla Wraiting e ai Murales , perché si svolge in strada e per la sua natura effimera, temporanea e, a volte, estemporanea.  La sua tecnica consiste nel pulire le superfici sporche dei muri anneriti di costruzioni pubbliche cittadine come muri di recinzione, sottopassi, tunnel, ponti, marciapiedi, usando getti di acqua ad alta pressione o semplici spugne o pagliette di acciaio, utensili di uso pratico-casalingo, che ricordano il suo passato di lavapiatti in un ristorante. Curtis, per mantenersi agli studi in Accademia lavora come lavapiatti in un ristorante e racconta di come nacque la sua tecnica.  Casualmente mentre stava lavando le pentole, pulì  via una macchia di

Gli SPAZI SIDERALI di CARLO LORENZETTI

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Gli SPAZI SIDERALI di Carlo Lorenzetti                                               Bertolami Fine Arts, Palazzo Caetani Lovatelli, Roma.  C’è lo spazio temporale di un mese, questo di febbraio, per visitare la mostra monografica dell’artista Carlo Lorenzetti a Palazzo Caetani Lovatelli di Roma. Carlo Lorenzetti (Roma, 1934) è un incisore e scultore contemporaneo che ha dedicato la sua carriera artistica alla purezza segnico-formale e al movimento materico. Nella prima sala che introduce all’esposizione, sono visibili i disegni in acrilico e grafite dalla seducente freschezza, lavori in cui il tratto libero e forte si ferma e sfonda lo spazio bidimensionale per una terza dimensione. E il disegno che per Lorenzetti è il primo passo nella progettazione scultoria, come incipit della creazione artistica, qui vive di luce propria e dialoga con gli Spazi Siderali , le sue cinque sculture metalliche collocate sugli espositori verticali.  Catalogo della mostra Nella sala accanto s

JIM DINE IN THE HOUSE OF WORDS

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JIM DINE in THE HOUSE OF WORDS Graffito di Jim Dine nell'ingresso dell'Accademia Nazionale di S.Luca Il critico e gallerista d’arte Daniel Heinrich Kahnweiler scrivendo di Juan Gris disse che “ c’è sempre scrittura quando vi è trasmissione del pensiero tramite segni grafici, oppure tramite segni plastici ” e Jim Dine nella sua casa incide sui muri il suo poema-testamento, chiosando la sua visione del mondo attuale con graffiante realismo. Analizzando meglio la traduzione della parola inglese house egli fa riferimento alla casa come luogo fisico e alla sua struttura, diverso sarebbe stato se avesse parlato di home come luogo degli affetti, della famiglia e del privato. Lo spazio fisico di cui si parla è costruito non solo intorno a lui ma a chiunque viva nel proprio tempo in modo totale ed attivo.  The Flowering Sheets (Poet Singing) 2008-2016 polistirolo, gesso, legno, carboncino courtesy of the Artist and Richard Gray Gallery, Chicago/New York The Flowerin