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Visualizzazione dei post da 2017

Jim Dine: I love what I’m doing

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JIM DINE: I love what I'm doing Jim Dine appare come un artista non troppo rivoluzionario ai nostri occhi contemporanei e le sue opere possono essere viste come non troppo originali e scontate. Jim Dine nasce a Cincinnati (Ohio) nel 1935 da commercianti di articoli casalinghi e ventitré anni dopo si trasferisce a New York. Con altri artisti americani guida una rivoluzione artistica che nel 1963 sposterà in modo rilevante la strada dell’arte nel panorama internazionale con tutte le implicazioni che fino a quel momento non erano mai state affrontate: come gli happening, i nuovi realismi, New Dada e la Pop-Art. L’America diventa il centro pulsante dell’arte contemporanea capace di trascinare dietro di sé Londra, Milano, Roma, Venezia, ecc. Ed è proprio a Venezia alla XXXII edizione della Biennale, vinta da Rauschenberg che nel 1964 la Pop Art si presenta con numerose opere al resto del mondo. Insieme a Rauschenberg c'erano Jasper Johns, Jim Dine e Claes Oldenburg.  Non

EMEKA OGBOH E I SUOI SOUNDSCAPES

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EMEKA OGBOH e i suoi Soundscapes Quando si parla di Africa non si possono descrivere le sensazioni che si provano con semplici parole. Emeka Ogboh ci riesce con la sua sound-art riproducendo nelle sue installazioni audio gli spazi privati e comuni rubati dalle strade come su un taccuino, dalle cui pagine vibranti di voci, rumori e ritmi svela la realtà quotidiana del suo popolo. Un modo originale di proporre la sua Africa in quel mercato dell’arte definito dall’antropologo Jean-Loup Amselle, Franciafriche in cui il monopolio delle opere pare esclusivo appannaggio dei Francesi. Le opere create nel continente nero sono da sempre state esportate, esposte e soprattutto vendute con la loro mediazione. Ora gli artisti africani cercano nuove strade verso l’affermazione della loro identità, non solo artisticamente, volgendo lo sguardo al Giappone, agli Stati Uniti e come ha fatto Emeka anche verso altri Stati in cui le sue opere sono state acquistate da privati come in Croazia, Danimarc

Documenta#14 l'arte contemporanea a Kassel

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Documenta 14 : L'ARTE CONTEMPORANEA A KASSEL   Qualcosa di buono resta sempre dopo le grandi manifestazioni di arte contemporanea internazionali aldilà delle discussioni positive o negative, per la vasta dislocazione delle opere, giudicata dispersiva e confusa, o per il budget ingiustamente gonfiato. In tal senso, si pensa di organizzare la prossima edizione solo per la città di Kassel per contenerne le spese. Il qualcosa di buono è l'aspetto sempre diverso che tali eventi recano. Documenta si può definire come riassunto delle ultime tendenze o consigliere di nuove strade aperte dell'arte?  Nella 11a edizione sotto la direzione di Okwui Enwezor, nigeriano, si ebbe il timore che diventasse una manifestazione solo  africana,  ma non fu così. Una cosa è certa, la creazione artistica come una grande nube si è spostata in Africa per poi ritornare arricchita di nuove prospettive.  Nei suoi propositi Kassel da sempre è stata arricchita da  un insieme di c

Il raffinato riciclo di Paolo Guidotti

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Il raffinato riciclo di Paolo Guidotti Omino  Michelangelo diceva che per far colpo sulle persone entrando in un importante palazzo occorreva una scala sontuosa perché ciò faceva la differenza rispetto a una più umile per la casa di un contadino. Introdurre un artista come Paolo Guidotti è come costruire la prima scala perché le sue opere di assemblage sono fantastiche nel vero senso della parola.  Autobersaglio , ritratto 1991 Ho conosciuto per caso le sue sculture costruite con materiali di riciclo attraverso un’opera dell’artista Domenico Sestito, Omaggio a Guidotti , 2013, un insieme delle sue opere molto emozionante. Paolo Guidotti è un nuovo Alexander Calder, l’americano che inventò le sculture di arte cinetica, le “mobile”. Alcune opere di Guidotti sono cinetiche e altre no ma tutte rientrano nel campo delle forze ludiche che sono represse in noi; opere in cui il divertimento prosegue nell'individuare gli scarti recuperati attraverso il riciclo che solo un gran

ALLA LUCE DI ROMA

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ALLA LUCE DI ROMA -  I disegni scenografici di scultori fiamminghi e il Barocco romano - dall'8 dicembre 2016 al 26 febbraio 2017. Roma Istituto Centrale per la Grafica Manifesto mostra I disegni del Barocco romano incontrano quelli degli artisti fiamminghi in questa esposizione particolarmente curata dall’Istituto centrale per la grafica di Roma in collaborazione con l’Academia Belgica. Le stampe e disegni provengono da collezioni pubbliche e private per la prima volta esposte. Accanto ai nostri eccellenti pezzi si misurano quelli stranieri di un’inaspettata creatività che si spinge fino a livelli estremi di dinamicità del tutto inattesa per chi non si è mai recato ad Anversa, Bruxelles o Liegi.  PIETER II VERBRUGGEN, Progetto per un catafalco Le cento opere sono sapientemente collocate in un percorso ben strutturato che parte dalle chiese dei monumentali altari, pulpiti e confessionali come il progetto di un altare per la chiesa gesuita di Anversa disegnato