Documenta#14 l'arte contemporanea a Kassel
Documenta14: L'ARTE CONTEMPORANEA A KASSEL
Qualcosa di buono resta sempre dopo le grandi manifestazioni di arte contemporanea internazionali aldilà delle discussioni positive o negative, per la vasta dislocazione delle opere, giudicata dispersiva e confusa, o per il budget ingiustamente gonfiato. In tal senso, si pensa di organizzare la prossima edizione solo per la città di Kassel per contenerne le spese. Il qualcosa di buono è l'aspetto sempre diverso che tali eventi recano. Documenta si può definire come riassunto delle ultime tendenze o consigliere di nuove strade aperte dell'arte? Nella 11a edizione sotto la direzione di Okwui Enwezor, nigeriano, si ebbe il timore che diventasse una manifestazione solo africana, ma non fu così. Una cosa è certa, la creazione artistica come una grande nube si è spostata in Africa per poi ritornare arricchita di nuove prospettive. Nei suoi propositi Kassel da sempre è stata arricchita da un insieme di convegni con artisti, scrittori ed intellettuali che si sono riuniti per cercare di comprendere le tematiche del mondo attuale.
Adam Szymczyk , direttore artistico |
Mi piace ricordare questa città famosa anche per la terra di Kassel che si usa in
pittura, ad olio o ad acquarello, ricavato dall’humus fossilizzato degli strati
superficiali di alcune torbiere nelle sue vicinanze. Documenta14
è nata sessantadue anni fa con la volontà di preservare lo sviluppo storico e
un profilo di tutte le correnti artistiche contemporanee sotto la direzione di
Arnold Bode, docente della locale Accademia coadiuvato da una commissione di
studiosi. Questa 14a edizione ha avuto un alto indice di gradimento visto l'alto numero di presenze in concorrenza alla LVII Biennale di Venezia. Anche a Kassel la manifestazione si svolge nei mesi estivi
ma con cadenza quinquennale ed eccezionalmente questa edizione si è divisa in
due città: Atene dall’8 aprile al 16 luglio e la sede dal 10 giugno al 17
settembre 2017.Il direttore artistico di questa edizione, è stato il
polacco Adam Szymczyk, (n.1970),
ex direttore della Kunsthalle di Basilea insieme ad una lunga lista tra
direttori di Musei ed intellettuali di varie nazioni. Solitamente la preparazione per ogni
edizione dura più di quattro anni ed è finanziata maggiormente dall’amministrazione comunale e provinciale essendo un ente a gestione
autonoma. Questa edizione è stata piena di significati simbolici-concettuali
basati sulle problematiche umane attuali di difficile soluzione: migrazione, diritti umani, democrazia, terrorismo,
povertà, inquinamento, razzismo, schiavitù, discriminazione sessuale, corruzione e la
sempiterna ombra della guerra nucleare. Documenta 14 è cresciuta dal 2012 in
poi parallelamente alla rivista South as
a state of mind fondata ad Atene da Marina Fokidis di cui l’ultima uscita,
la quarta, è stata pubblicata questa estate in occasione dell’inaugurazione
greca; la rivista anche se priva di illustrazioni sulle manifestazioni ha una
forte struttura teorica dell’arte contemporanea molto importante per introdurre Documenta 14.
Emeka Ogboh |
A Kassel, perchè qui si parla solo di questa sede, Documenta 14 è durata 100 giorni e ha presentato 204 artisti (di cui più della metà greci) dislocati in 30 siti diversi: presso
istituzioni pubbliche (musei, uffici postali, centri per l’immigrazione),
cinema, giardini, piazze e luoghi universitari.Tutta l’arte selezionata è passata sotto
l’attenta lente del comitato organizzativo in cui era importante che fosse
consapevole del proprio mezzo con un’accentuata coscienza critica ed analitica.
Gli spazi sono stati tutti scelti in base ai media tecnologici e tradizionali
delle varie sezioni (fotografia, video, scultura, pittura, installazioni, street-performance).
Per gli artisti della sound-art sono stati scelti 8 paesi (Grecia, Colombia,
Sudafrica, Libano, Brasile, Indonesia, Stati Uniti e Germania) che hanno
trasmesso nella rassegna via radio Every
Time A Ear di Soun per quattro ore ciascuno nella loro lingua d’origine. Tra gli artisti partecipanti il nigeriano Emeka Ogboh famoso per i suoi soundscapes ha anche partecipato con un site-specific. Tornando così ad un medium non più tanto in uso nella società moderna fatta di
immagini e rieducare i fruitori al puro suono l’arte dell’ascolto. Un breve cenno ad alcune opere esposte a Kassel riconosciuta nel mondo del contemporaneo come sede di una sorta di Olimpiadi dell'arte.
Marta Minjin, Parthenon of Books |
Marta Minjin è stata , l’artista argentina che ebbe contatti con Fluxus, a non
deludere le aspettative del pubblico reso partecipe in un’altra delle sue
famose imprese collettive. Già nel 1977 divenne celebre per l’obelisco alla Biennale di San Paolo, alto come quello di Buenos Aires ma adagiato in terra, creato con la pasta
di un tradizionale dolce natalizio argentino fu tagliato a pezzi e offerto al
pubblico, demitizzandolo in modo conviviale. Parthenon of Books nella piazza del Museo Fridericianum è la copia
a grandezza naturale del tempio dell’Acropoli ateniese costruito con acciaio,
libri e teli di plastica. I 100.000 libri sono stati donati in seguito ad un appello dell’artista in cui chiedeva ai cittadini di tutto il mondo un testo, a loro giudizio, degno di essere esposto. Così il tempio simbolo della democrazia
mondiale è diventato il simbolo del sapere e luogo della diffusione
peripatetica della cultura. Il neo Partenone sorge proprio lì dove nel 1933 i
nazisti bruciarono i libri proibiti dalla dittatura; spostando così gli ideali
estetici su quelli della resistenza per la libertà di opinione in accordo al
ricordo di chi per questa è stato privato della vita.
Kirsten Hiwak, Die Runde Spelunke |
Accanto sorge la Die Runde Spelunke di Kirsten Hiwak,
dall’antichità ai 20 grandi cilindri posizionati uno sull’altro come celle,
collettori in plastica arancione ad uso abitativo, le nuove favelas cittadine. Ibrhim
Mahama, un artista ghanese trentenne, ha usato la tecnica degli empaquetages di Christo e Jeanne-Claude, con
200 teli di sacco di carbone cuciti tra loro, un’intera casa Check Point Sekondi Loco, Torwache.
Ibrhim Mahama, Check Point Sekondy Loco (Torwache) |
Monumentale
anche l’opera Living Pyramid di Agnes
Denes, artista newyorkese, che ricrea una grande piramide composta da vasi con
piante ornamentali e selvatiche (dimensioni 9x9x9h metri) con tanto di visite
spontanee di insetti volanti. Un’opera più
somigliante allo ziggurat di Joe Tilson (n.1928) Zikkurat, in tutte le sue
tecniche ma in scala maggiorata.
Agnes Denes, Living Pyramid |
Nei giardini della restaurata Orangerie, Antonio Vega Macotela, artista messicano, ha costruito un gigantesco
ingranaggio simile alla mola del mugnaio in legno di sapiente fattura The Mill of Blood azionabile con una
leva a mano dai visitatori che conia monete poi raccolte in una scatola, un
ricordo non troppo remoto del lavoro agricolo dell’uomo mutato in fabbrica di
denaro o più concretamente della indimenticata schiavitù. Documenta 14 ha documentato quello che l’arte contemporanea è stata
fino ad oggi: concettuale, simbolica, coraggiosa, ma soprattutto fluttuante,
incontenibile, alternativamente libera e ricca di nuovi germogli che solo il tempo potrà svelare.
Antonio Vega Macotela, The Mill Of Blood |
per maggiori informazioni visita il sito
ENGLISH VERSION:
Documenta#14:
CONTEMPORARY ART IN KASSEL
Something good
remains after great international contemporary art events beyond positive or
negative discussions, due to the vast location of the works, judged to be
dispersive and confusing, or due to the unfairly inflated budget. In this
sense, the next edition is planned to be organized only in the city of Kassel
to contain the expenses. The good thing is the always different aspect that
these events bring. Can Documenta be defined as a summary of the latest trends
or as an adviser of new open ways of art? In the 11th edition under the
direction of Okwui Enwezor, Nigerian, there was the fear that it would become an
only african event, but it was not. One thing is certain, artistic creation as
a great cloud has moved to Africa and then it returned enriched with new
perspectives. In his intentions, Kassel has always been enriched by a set of
conferences with artists, writers and intellectuals who have come together to
try to understand the themes of today's world.
I like to
remember this city which is also famous for the ground of Kassel that is used in
painting, oil or watercolour, made from the fossilized humus of the surface
layers of some peat bogs in its vicinity. Documenta14 was born sixty-two years
ago with the will to preserve the historical development and a profile of all
the contemporary artistic currents under the direction of Arnold Bode,
Professor at the local Academy assisted by a commission of scholars. This 14th
edition had a high approval rating given the presence of a high number of artists
which also competed at the 57th Venice Biennale. The event takes place during
the summer also in Kassel, but every five years and exceptionally this edition
was divided into two cities: Athens from April 8th to July 16th and the venue
from June 10th to September 17th, 2017. The artistic director of this edition
was Adam Szymczyk, (Polish, born 1970), former director of the Basel Kunsthalle
along with a long list of museum directors and intellectuals from various
nations. Usually the preparation for each edition lasts more than four years
and is mostly financed by the municipal and provincial administration being an
autonomously managed entity. This edition has been full of symbolic-conceptual
meanings based on current human problems that are difficult to solve:
migration, human rights, democracy, terrorism, poverty, pollution, racism,
slavery, sex discrimination, corruption and the eternal shadow of nuclear war.
Documenta 14 has grown since 2012 in parallel with the "South as a state
of mind" magazine founded in Athens by Marina Fokidis of which the last
release, the fourth, was published this summer on the occasion of the Greek
inauguration; even if the magazine has no illustrations on the events, it has a
strong theoretical structure of contemporary art that is very important for
introducing Documenta 14.
In Kassel,
because here we only talk about this venue, Documenta 14 lasted 100 days and
presented 204 artists (of which more than half were Greek) located in 30
different sites: at public institutions (museums, post offices, immigration centres),
cinemas, gardens, town squares and university sites. All the selected art was
passed under the careful lens of the organizing committee: it was important
that it was aware of its own medium with a marked critical and analytical
awareness. The sites have all been chosen based on the technological and
traditional media of the various sections (photography, video, sculpture,
painting, installations, street-performances). For the sound-art artists, 8
countries (Greece, Colombia, South Africa, Lebanon, Brazil, Indonesia, the
United States and Germany have been chosen to broadcast "Every Time A Ear
di Soun" for four hours in their own language of origin via radio. Among
the participating artists, the Nigerian Emeka Ogboh famous for his soundscapes
also participated with a site-specific, returning this way to a not so much
used medium in the modern society made of images, and re-educating the users to
the pure sound of the art of listening. Following a brief mention of some works
exhibited in Kassel recognized in the contemporary world as the site of a sort
of art Olympics.
Marta Minjin, the
Argentine artist who had contacts with Fluxus, didn't disappoint the
expectations of the public made part of another of her famous collective
undertakings. Back in 1977 she became famous for the obelisk at the Biennale of
San Paolo, as high as the one in Buenos Aires but lying on the ground, created
with the dough of a traditional Argentine Christmas cake: it was cut into
pieces and offered to the public, de-mythicising it in a convivial way.
Parthenon of Books in the Fridericianum Museum Square is the life-size copy of
the Athenian Acropolis temple built with steel, books and plastic sheets. The
100,000 books were donated following an appeal by the artist in which he asked
citizens around the world for a text, in their opinion, worthy of being
exposed. Thus, the temple symbol of world democracy has become the symbol of
knowledge and a place of the peripatetic diffusion of culture. The neo
Parthenon rises right where in 1933 the Nazis burned the books forbidden by the
dictatorship; thus, shifting aesthetic ideals to those of the resistance to
freedom of opinion according to the memory of those who have been deprived of
life for this.
Next to it lies
Kirsten Hiwak's Die Runde Spelunke, from ancient times to the 20 large
cylinders positioned one above the other like cells, orange plastic manifolds
for residential use, the new city favelas. Ibrhim Mahama, a 30-year-old
Ghanaian artist, used the empaquetages technique of Christo and Jeanne-Claude,
with 200 sheets made of sacks of coal sewn together, an entire house Check
Point Sekondi Loco, Torwache.
Monumental is
also the Living Pyramid work by Agnes Denes, a New York artist, who recreates a
large pyramid composed of vases with ornamental and wild plants (dimensions
9x9x9h meters) completed with spontaneous visits of flying insects. A work
which was more similar to the ziggurat by Joe Tilson (born 1928) Zikkurat, in
all its techniques, but on a larger scale.
In the gardens
of the restored Orangerie, Antonio Vega Macotela, a Mexican artist, built a
gigantic gear similar to the miller's grindstone in skilfully crafted wood, The
Mill of Blood was operated with a hand lever by visitors who minted coins then
collected in a box, a not too remote remembrance of the agricultural work of a
man changed into a money factory or more concretely of an unforgotten slavery.
Documenta 14 has documented what contemporary art has been until today:
conceptual, symbolic, courageous, but above all fluctuating, irrepressible,
unconventionally free and full of new sprouts that only time can reveal.
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