GIORGIO DE CHIRICO E LA NEOMETAFISICA

Giorgio de Chirico e la Neometafisica - Osimo (AN), Palazzo Campana - dal 1/06/2018 al 25/11/2018

Ettore e Andromaca, 1970 olio su tela, cm 40x30, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

Il termine Metafisica adottato da Giorgio de Chirico (Volo, 1888 - Roma, 1978) ha cambiato il mondo dell’arte dagli anni venti in poi, uno scenario di avanguardie e di disordine formale, certamente ricco ed interessante, in cui l’uomo come un manichino stava passando da una guerra all’altra: una marionetta senza più volontà di movimento e di libero arbitrio. La Metafisica influenzerà Picasso prima e successivamente i Surrealisti a Parigi negli anni 1913-14. Il cinema diventa neorealista e gli spazi si trasformano in scenari atemporali.

Il pittore di cavalli, 1974 olio su tela, cm 100x80
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma 

 Nei quadri di de Chirico le architetture proiettano ombre improbabili da fonti di luce non sempre singole e definite, in cui non tutte le figure sono dotate di una loro ombra. L’ombra come rappresentazione dell’anima, la vita e la morte, il momento in cui ciò che è stato unito si divide. Non rare le volte in cui ci siamo trovati in situazioni metafisiche, camminando per strada in cui tutt’intorno per un attimo il tempo sembra fermarsi, le voci del mercato zittirsi e i rumori delle auto silenziarsi. Momenti metafisici in cui la realtà che fino a quel momento è stata routine, si ferma, e dopo un attimo, il cambiamento l’ha modificata. L’uomo-figura è un manichino, un cavaliere inesistente, una musa, un guanto di gomma, una statua; trafitto da squadre e righe, imprigionato e inerme. 

Interno metafisico con testa di cavallo, 1968,
olio su tela, cm70x50
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma
La mostra di Osimo, iniziata il primo giugno scorso e prorogata al 25 novembre 2018, evidenzia il passaggio artistico che il pittore ha svolto dalle opere della prima Metafisica alla Neometafisica. Le sessanta opere esposte sono un riuso della tematica dell’artista in cui con ironia i toni dei colori da cupi diventano più chiari e limpidi. Ecco il nome di Neometafisica dell’ultima produzione, dal 1968 al 1978. Le opere selezionate provengono maggiormente dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. Splendide le litografie eseguite da de Chirico per illustrare i dieci poemetti di Jean Cocteau, Mythologie, dell’edizione parigina del 1934 di des Quatre Chemins (collezione privata). Nelle teche sono adagiati i testi di Cocteau accanto agli uomini mitologici che si muovono tra piscine con increspature a motivo parquet, dèi nudi accanto a uomini modernamente abbigliati. Diacronia e sincronia. Passato e presente come nelle città di sfondo che nella Neometafisica sono Manhattan e le città industriali.





Sole sul cavalletto, 1973, olio su tela, cm 64,5x81
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

L’accostamento nelle prime sale dei bronzi alle tele è vincente, è il realizzarsi a tutto-tondo da una materia all’altra di grande fascino. In un’altra sala sono riunite le opere dedicate al Sole in cui spiccano a grandi lettere i versi di Calvino tratti da Il castello dei destini incrociati, 1969, che ben riusciti si adattano al tema dechirichiano: «Sono stanco che il Sole resti in cielo, non vedo l’ora che si sfasci la sintassi del Mondo, che si mescolino le carte del gioco, i fogli dell’in-folio, i frantumi di specchio del disastro». Un Sole che si assenta dal mondo e si presenta in tutta la sua luminosità in uno studio d’artista, forse il suo studio, su un cavalletto, come una lampada con tanto di filo e presa elettrica. 
Offerta al sole, 1968, olio su tela cm 58,5x50
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma





Un approfondimento di un tema già da lui affrontato nel 1930 in occasione delle litografie (17) per i Calligrammes di Guillaume Apollinaire. De Chirico voleva che degli artisti valorizzassero il loro lavoro attraverso uno studio più accurato della tecnica, nella scelta dei materiali, tele e colori, verso un ritrovato mestiere specializzato in cui gli incompetenti non potessero definirsi veri artisti.
Consigliatissimo il catalogo edito da Maggioli Musei. 








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Galleria:
Il ritorno al castello, 1969,olio su tela cm80x60
FondazioneGiorgio e Isa de Chirico, Roma 


Gli Archeologi, 1975, olio su tela, cm 91,5x73
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

Gli Archeologi (Gli Archeologhi), 1969,
bronzo dorato h. cm42, bae cm23,5x31
esemplare E.A.
Fondazioe Giorgio e Isa de Chirico, Roma

Il rimorso di Oreste, 1969, olio su tela, cm 90x70
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

Interno metafisico con squadre, 1975-76, matita, carbocino,
acquerello nero e a colori su cartone Schoellers Hammer 4R
extra, cm 51,5x36
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

Armonia della solitudine, 1976, olio su tela, cm 117,5x84,
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma


Animale misterioso, 1970,
carboncino leggermente acquarellato su cartone profilato acquerello a grisaglia, cm 39,5x49,5
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

Interno metafisico con profilo di statua, 1962, olio su tela,
cm 80x65
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

Venezia Palazzo Ducale, 1955, olio su tela, cm 59,5x80,
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma 
Frutta con busto di Apollo, 1973,
olio su tela, cm 61x50
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma



Vita silente con busto di Minerva, 1973,
olio su tela, cm 90x70
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma


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