EL ANATSUI La luce e il colore, le trame svelate
El Anatsui La luce e il colore, le trame svelate
Del 2007 è Earth’s Skin in alluminio e gomma di copertone di ben 4,5 metri per 10, riunito nella grande retrospettiva che il Brooklyn Museum gli dedica nel 2013 intitolato Gravity and Grace: Monumental Works by El Anatsui. Enormi opere che vedono l’impiego di tappi metallici a corona, argilla, legno, gomma di pneumatici, lattine in alluminio di bevande, il tutto mescolato sapientemente. Ancora una volta il riciclo come doppio messaggio: uno di riutilizzo come neo materia prima degli artisti e l’altro come denuncia dello sfrenato consumismo che sta cambiando e sporcando tutto il mondo.
L’opera del British Museum di Londra Man’s Cloth (tra il 1998-2001) è realizzata con capsule di protezione delle bottiglie pazientemente intrecciate come nei tessuti stile Kente. Il tessuto è un articolo di artigianato locale, coloratissimo che conta più di trecento combinazioni, utilizzato non solo per abiti ma anche per borse e accessori, diviene un’opera d’arte con risultati eccezionalmente forti di grande impatto visivo in cui l’osservatore si può avvicinare e allontanare per coglierne i minuziosi particolari e le monumentali dimensioni. I colori sono vivi e forti come solo l’arte africana può riprodurre dalla natura, alternati con le tonalità delle terre. Il drappo londinese è grande, ben 3,78 metri per 2,52. La scelta delle capsule delle bottiglie non è casuale “l’alcool è stato uno dei prodotti che gli Europei hanno portato in Africa per lo scambio di merci e alla fine era utilizzato nel commercio degli schiavi” dice l’artista.
El Anatsui è un insegnante ed è convinto del riscatto, non solo morale, che i cinquantasei paesi dell’Africa possano ottenere attraverso la ricerca artistica contemporanea nelle loro diversità di cultura e di pratiche artistiche autoctone. Nell’allestire le sue mostre coinvolge gli addetti ai lavori perché è convinto che la libertà delle persone nel montare le sue opere risvegli l’artista che è in ognuno di noi.
I suoi quadri hanno raggiunto la quotazione di un milione di sterline a telo e secondo The Africa Art Report del 2015 l’artista si trova al terzo posto d’importanza mondiale! Un successo riconosciuto nello stesso anno alla 56° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia che lo premia con il Leone d’oro alla carriera. Forse è il caso di dire che stavolta abbiamo scoperto l’Africa