ANTROPOGENESI
ANTROPOGENESI
Mostra di ARTISTI CONTEMPORANEI A VELLETRI_2016 - Velletri, 9/10 luglio 2016
Non si può tacere di
fronte alla mostra degli Artisti Contemporanei a Velletri _2016 che si è svolta
tra le vie del centro perché l’energia che ha trasmesso non può esaurirsi senza
lasciare una traccia. I sei artisti hanno presentato i lavori scegliendo
ciascuno di loro il luogo idoneo creando così dei site-specific molto
suggestivi, unendo il processo del fare e del situare.
Locandina della manifestazione artistica |
L’eccezionalità
dell’evento è dato dall’inaspettata casualità di aver tutti creato opere legate
tra loro da un unico filo trasparente quello che chiamerò di antropogenesi, cioè dello studio delle
più arcaiche razze umane delle origini. Il lavoro, quasi, di combine è lo stesso dei gruppi celebri come il CobrA cioè di un
lavoro non individuale di autoaffermazione ma di paritetica volontà di
espressione in cui non è importante il singolo ma il gruppo. Questo spirito ha
sortito i suoi frutti e partendo da esperienze eterogenee ha sorprendentemente
sviluppato un dialogo tra le opere.
Durante i due giorni in cui si è svolta
l’installazione, l’interazione diretta artista-fruitore si è svolta con stravaganti
incontri con cittadini consapevoli e con altri digiuni di qualsiasi
sovrapposizione culturale di tipo estetico che hanno gradito e contribuito al
successo della manifestazione: la signora anziana ha esordito con entusiasmo
per i tipi di materiali usati e i bambini si sono dimostrati molto curiosi
per le installazioni.
Anna Maria Angelucci, ha presentato la gigantesca riproduzione murale tratta da
un antico vaso veliterno in terracotta dove una splendida amazzone mostra il
suo arco.
Irene Coscarella, ha posto le sue coppe di ceramica invetriata sopra
una fontana ironicamente ma realmente asciutta e messo su una panca le sue
figurine di terracotta in libera attesa. Mimmo Di Laora su un generoso strato
di sale, ricco di simboliche valenze, ha adagiato un corredo funebre etrusco
con una maschera brancusiana che esala l’ultimo respiro e seguita da oggetti di
vita quotidiana. Simonetta Imperiali ha dipinto su un lunga striscia di
plastica trasparente verticale un coloratissimo murales che con la luce di
strada ha generato un’ombra che cambia con lo scorrere del tempo. Lorenzo
Sartori nel suo “trio Thonet” ha recuperato una vecchia sedia e scomponendola
ha creato tre figure i cui tratti sono derivati dalle forme stesse dell’oggetto
primario.
Cristina Pennacchi, artista ma soprattutto curatrice di questo evento
di arte pubblica, ha creato “Orme”
una spirale formata con cerchi di vecchie botti come testimonianza di una forte
e orgogliosa tradizione enologica locale. L’effimero come tratto distintivo
delle feste barocche, l’arte povera e il ready-made anche rettificato,
l’informale, il minimal, la concettuale, questa è una nuova transavanguardia
sintetico-ideologica di un legame materico con l’umano attraverso i media tradizionali
di tipo artigianali per una memoria storica dell’uomo, del suo ambiente e della
sua storia.