LEONARDO DA VINCI. La scienza prima della scienza

LEONARDO DA VINCI. La scienza prima della scienza - ROMA, Scuderie del Quirinale - dal 13 marzo 2019 al 30 giugno 2019

Leonardo da Vinci, Studio di due mortai che lanciano
proiettili esplosivi, 1485.
Codice Atlantico f 33r.
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana,
@Veneranda Biblioteca Ambrosiana/Mondadori Portfolio-f33r

Pensare di sapere tutto sul grande artista italiano, Leonardo da Vinci, è presunzione, o addirittura, saccenteria. La mostra in occasione del cinquecentenario dalla sua morte (1519-2019) è un’ottima occasione per conoscerlo meglio al di là del titolo universalmente riconosciutogli di genio. Leonardo (Vinci, 1452 – Amboise, 1519) è stato un artista poliedrico, curioso ma soprattutto ben informato delle novità del suo tempo e a stretto contatto con altri studiosi interessati alla tecnologia applicata: all’architettura; all’idraulica; all’arte della guerra e alle strategie militari, nell’attacco e nella difesa; all’industria meccanica legata alla lavorazione nelle filande e nelle officine; al sogno più sublime di fare dell’uomo un essere autonomamente volante. Si svela così non più il genio unico e isolato ma un uomo che si documentava e custodiva nella sua biblioteca trattati e disegni, che si autodefiniva homo senza lettere e che probabilmente non conosceva le lingue classiche: una condizione comune allora tra molti artisti, ma che comportava una grave lacuna per chi come lui non intendeva occuparsi di sola pittura. L’impossibilità di tradurre antichi manoscritti nella loro lingua originale lo escludeva dalla scienza accademica che veniva divulgata ufficialmente. 
Leonardo da Vinci, Filatoio con fuso ad alette mobili, 1495.
Codice Atlantico f 109v. matita, sanguigna e penna.
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana,
@Veneranda Biblioteca Ambrosiana/Mondadori Portfolio-f109v

Giovanni Strobino, Filatoio con fuso ad alette mobili, 1933,
modello in legno, ferro, ottone e cuoio
Milano, Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
@Museo Nazionale Scienza e Tecnologia
Leonardo da Vinci INV. 408
ph Paola Scalise

Un pittore che mai dipingeva le aureole nelle rappresentazioni sacre e che tanto affascinato dalla natura inseriva numerosissime specie botaniche nelle sue tavole. La sua scrittura al contrario nel prezioso Codice Atlantico e le sue glosse su uno dei due manoscritti della Divina Proportione (1498) di Luca Pacioli confermano la sua originalità nello studio e nella volontà di mantenere segrete le sue riflessioni. La ragione di tanta cura nei suoi preziosi appunti è il risultato della ricerca che Leonardo persegue secondo il suo metodo. La Scienza, anche detta filosofia della natura, in lui è puro empirismo, tramite l’esperienza raggiunge alti traguardi. Ma quello che fa di lui un caso isolato e unico è la capacità di rielaborare disegni di altri con un segno particolare fatto di chiaroscuri capaci di trasformarli in opere d’arte. Claudio Giorgione, curatore del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, ha accostato nelle sale delle Scuderie del Quirinale, dieci disegni del Codice Atlantico (prestito della Biblioteca Ambrosiana) a circa duecento opere a sostegno di una ricca documentazione relativa alle aree d’intervento di Leonardo, dai trattati, manoscritti e edizioni a stampa, ai grandi modelli, d’epoca e non, realizzati recentemente. Pensare a Leonardo nel suo tempo «è come fare un tuffo nel passato», per dirla alla Alberto Angela, nel nostro Rinascimento. La mostra genera diverse domande sulla personalità dell’artista che eleggeva la pittura come arte intellettualmente al primo gradino tra le arti, per le difficoltà che implicava di elaborazione mentale e di sintesi. Leonardo seppe dare un ruolo più importante all’artista, ruolo che sarà emulato da pochi per la sua complessità e varietà di conoscenze, al contrario di quello stilistico che sarà seguito da molti.
Leonardo da Vinci, Gru di Filippo Brunelleschi,
1478-1480
Codice Atlantico f 965r.
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana,
@Veneranda Biblioteca Ambrosiana/
Mondadori Portfolio-f965r

Questo sarà l’anno dedicato a Leonardo e molte sono le istituzioni che si preparano alla sua celebrazione, manifestazioni in cui non mancheranno nuove scoperte aiutate dalla moderna tecnologia. Come nel recente incontro all’Ambasciata francese di Roma su Arte e Chimica, in cui Odile Eisenstein, prof.ssa emerita di chimica presso l’Institut Charles-Gerhardt di Montpellier, ha parlato delle ricerche, non invasive, effettuate sulla Gioconda (2010) in cui si è giunti alla sorprendente scoperta che Leonardo in qualche modo fosse già un esperto di nanotecnologie per l’uso corretto dei metalli come pigmenti nella preparazione dei colori bianco, rosa e nero, ma soprattutto svela  il segreto della loro stesura in venti strati sottili come capelli durata ben quattro anni per lo sfumato del viso. L’uso del colore per realizzare la trasparenza.
«La scienza è il capitano e la pratica sono i soldati» (Leonardo)
Il percorso espositivo nelle dieci sale si sviluppa partendo dalle prime macchine in cui il giovane Leonardo giunto a Firenze s’imbatte: le gru e i ponteggi di Filippo Brunelleschi che decenni prima erano state messe in opera per il cantiere del Duomo. Allievo del Verrocchio, tra il 1469 e il 1471, partecipa alla creazione e al posizionamento della lanterna, una grande sfera di rame, che andrà a completare la grande cupola. Il suo interesse per l’ingegneria edile, accresce in lui il desiderio di disegnarli e studiarli. Altri ingegneri nel XV secolo avevano già progettato e condiviso le nuove soluzioni tra la tradizione medievale e le novità rinascimentali a lui coeve. Tale condivisione presupponeva che le nuove invenzioni non erano un mistero. Si dice che Leonardo avesse una copia del Trattato di Architettura Militare e Civile di Francesco di Giorgio Martini. L’architetto che ad Urbino terminò il palazzo di Federico da Montefeltro e che costruì la famosa fortezza a forma di tartaruga. In mostra sono esposte undici formelle decorative del postergale che il duca Federico commissionò per il suo palazzo, scolpiti da Ambrogio Barocci (1475), con motivi ispirati ai disegni del De Re Militari di Roberto Valturio; dai trattati manoscritti di Mariano di Jacopo detto il Taccola, De Machinis e il De Ingeneis; da Giuliano da Sangallo e ancora da Francesco di Giorgio Martini. Nella città in cui otto anni dopo sarebbe nato Raffaello. La mostra passa per lo studio dell’antico dal Pantheon romano allo studio del suo Uomo Vitruviano pubblicato in latino da Fra Giocondo nel 1511 e dieci anni dopo tradotto in italiano da Cesare Cesariano. Nella terza sala si parla di prospettiva come invenzione, a seguire le città ideali e le vie d’acqua. Nella quinta sala dedicata all’ingegno del fare con l’accoppiamento della ruota dentata e pignone al sistema biella manovella che arriverà all’invenzione della vite senza fine per un lavoro meccanico non più manuale. Ma la vita è anche divertimento e i teatri di macchine allietano le ricche corti soprattutto per la Festa del Paradiso, in occasione del matrimonio di Gian Galeazzo Sforza con Isabella d’Aragona, nel 1489, Leonardo realizza una grande macchina scenica che muovendosi aziona il moto dei pianeti. Un modello che darà seguito alle opere di Albrecht Dürer e Hans Burgkmair nei trionfi per Massimiliano d’Asburgo. Dalla sesta sala mondana meneghina alla settima dove sono esposti i pezzi da biblioteca da cui Leonardo attinge le sue conoscenze e le fa sue. Si stimano fossero circa 150 volumi, un vero tesoro per l’epoca. Leonardo ora studia il latino e la matematica a lui necessari per approfondire le sue conoscenze. I testi nelle teche sono quelli che lui ipoteticamente poteva possedere, ad eccezione del Manoscritto Laurenziano a lui veramente appartenuto. Nell’ottava sala l’arte della Guerra in cui Leonardo si presenta al duca Ludovico Maria Sforza come esperto ingegnere militare e offre lui i suoi servigi. Nella penultima sala le macchine per il volo in cui il suo sogno più grande prende vita dai disegni ai modelli in legno. Dal volo degli uccelli ai movimenti meccanici. Il paracadute è tra le sue invenzioni. Nell’ultima sala il mito di Leonardo nasce nel 1796 quando Napoleone si appropria dei suoi manoscritti alla Biblioteca Ambrosiana di Milano e li porta a Parigi e Giambattista Venturi ne mette in evidenza la portata scientifica. La sua fama diventa internazionale quando i suoi codici vengono pubblicati dal 1881 e divulgati. Il Vasari disse «che lasciò mai di disegnare» e questa interessante mostra lo può ben dimostrare.

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1 - 2 Francesco di Giorgio Martini,
 Trattato di Architettura Civile e Militare (Codice L)
Schizzi di colonne, capitelli e proporzioni della testa umana, con note autografe di Leonardo,
1480-1482 circa.
 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashb. 361, ff. 13v.-14r.
©Biblioteca Medicea Laurenziana; 
su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Biblioteca Nazionale Marciana.
                                                        .

per maggiori informazioni e prenotazioni visita il sito

galleria:


Cherubino Cornienti (PV, 1816-MI, 1860), Leonardo mostra a Ludovico il Moro le chiuse dei Navigli, 1858
olio su tela
Milano, Galleria d'Arte Moderna INV. GAM.6440


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1-2-3-4-5
Capitello delle arti meccaniche, calcatore anonimo:
Scalpellino, Falegname, Fabbro, Agricoltore,
Misuratore di cereali e legumi, 1932-1933
calchi in gesso e metallo
Milano, Museo Nazionale Scienza e Tecnologia
Leonardo da Vinci
@Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
inv. 16405-16409
ph Paola Scalise

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1-2 Albumasar (Ab   u¯   Ma‘shar Ja‘far ibn Muh ˙   ammad ibn ‘Umar al-Balkhi)
 Flores Astrologiae,
1488. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, FOAN TES 26.@Fondazione Giorgio Cini

Giovenale Argan, Balista, 1953.
 Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Leonardo da Vinci
@Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci INV.9096
ph Paola Scalise

1

2
1 e 2 Luca Pacioli, Divina Proportione Ycocedron abscisus solidus e
Ycocedron abscisus vacuus, Milano, 14 Dicembre 1498.
Ginevra, Bibliothèque de Genève, Ms. Langues ètrangères
n.210 b, tavv. XXIII-XXIV. @Biblothèque de Genève,
ms. I. e.210, planches XXIII-XXIV.

Luca Pacioli, Divina Proporzione
Virtual Manuscript Library of Switzerland
www.e-codices.ch
Leonardo da Vinci, Carro automotore, 1478 ca. Codice Atlantico f812.
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, @Veneranda Biblioteca Ambrosiana/
Mondadori Portfolio-f812r

Leonardo da Vinci, Aliante, 1493-1495. Codice Atlantico f 846v.
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, @Veneranda Biblioteca Ambrosiana/
Mondadori Portfolio-f846v

Leonardo da Vinci, Chiusa a porte battenti, 1506-1508. Codice Atlantico f656r.
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, @Veneranda Biblioteca Ambrosiana/
Mondadori Portfolio-f30v.jpg-f656r

Particolare originale dei portelli della Conca di San Marco
XVI-XIX sec legno e ferro
Milano, Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
@Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
in deposito dalla Civica Siloteca Cormio
ph Paola Scalise

Leonardo da Vinci, Argano a leva, 1478-1480. Codice Atlantico f 30v.
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, @Veneranda Biblioteca Ambrosiana/
Mondadori Portfolio-f30v

Alessandro Siriati, Sega idraulica, 1956
modello in legno, metallo e gesso
Milano, Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
@Museo Nazionale Scienza e Tecnologia
Leonardo da Vinci INV. 6650
ph Paola Scalise


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