DA TIZIANO A VAN DYCK - Il Volto del '500
DA TIZIANO A VAN DYCK - Il Volto del '500 - TREVISO, Casa dei Carraresi dal 26 settembre 2018 al 3 febbraio 2019
Il volto più sorridente e
soddisfatto è di certo quello di Giuseppe Alessandri, il proprietario di tutte
le cinquanta opere esposte, tratte dalla sua collezione privata nel giorno
della presentazione alla stampa. Un collezionista che da più di sessant’anni
acquista e scambia opere d’arte. Una passione coltivata fin da piccolo
attraverso l’educazione ricevuta dalla madre in ambito artistico ed accresciuta
dall’amicizia con noti storici dell’arte veneta come Carli, Fiocco, Longhi,
Pallucchini, Pignatti e Valcanover. Ma è soprattutto con Pietro Zampetti,
direttore delle Belle Arti di Venezia che affina il suo gusto da vero
intenditore per l’arte antica, da Lotto a Tiepolo.
Il percorso della mostra è stato
allestito al piano nobile della splendida Casa dei Carraresi di Treviso e
diviso in sei sezioni tematiche partendo dai Belliniani ai Giorgioneschi fino
al Barocco. un viaggio nel tempo attraverso la storia dell’arte localizzata nel
nord Italia e nelle propagazioni Oltralpe. Nella prima sala spicca il Cristo portacroce attribuito al
Giorgione, un olio su tavola del 1506-1508, che Tiziano nel 1510 circa
affiancherà con la figura di un manigoldo per la chiesa marciana di San Rocco, proprio
questa tela, nella prima edizione delle Vite, il Vasari la attribuì allo stesso
Giorgione ma nella seconda edizione lo incluse tra le opere di Tiziano. Il
primo periodo di Tiziano è molto simile a quello di Giorgione e spesso le
attribuzioni sono confuse. Durante il primo decennio del Cinquecento lavorano
gomito a gomito nel Fondaco dei Tedeschi a Venezia. Notevoli le opere di
Sebastiano del Piombo.
La seconda sala è dedicata alle grandi botteghe di Lotto, Tiziano, Sansovino, Veronese, Tintoretto padre e il figlio Domenico, e Bassano. Le opere dei grandi accanto ai minori, se così si può definire Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane con la splendida Flagellazione di Cristo, un olio su rame datato tra il 1590 e il 1595. Qui si trova l’opera preferita da Alessandri, San Girolamo penitente del 1570-75, di Tiziano negli anni in cui sta lentamente perdendo la vista e le pennellate sono più impressioniste e sfumate.
Sebastiano Luciani detto Sebastiano del Piombo, Ritratto di Ippolito de' Medici, governatore di Firenze e cardinale, 1530-1531 olio su tavola di pioppo, cm.54,4x40,3 |
Sebastiano Luciani detto Sebastiano del Piombo, Ritratto di Pier Luigi Farnese, duca di Castro (1537) e marchese di Novara (1538), 1540 ca. olio su tela, cm.62x53. |
La seconda sala è dedicata alle grandi botteghe di Lotto, Tiziano, Sansovino, Veronese, Tintoretto padre e il figlio Domenico, e Bassano. Le opere dei grandi accanto ai minori, se così si può definire Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane con la splendida Flagellazione di Cristo, un olio su rame datato tra il 1590 e il 1595. Qui si trova l’opera preferita da Alessandri, San Girolamo penitente del 1570-75, di Tiziano negli anni in cui sta lentamente perdendo la vista e le pennellate sono più impressioniste e sfumate.
La terza sezione, dalla seconda metà del XV secolo fino alla Battaglia
di Lepanto (1571), guarda all’ambito lombardo come sato da tera, Venezia non è solo una potenza di mare ma si espande
verso Cremona, Brescia e Bergamo. Un altro capolavoro è il Ritratto di Gentiluomo in nero di Giovan Battista Moroni, definito
da Torquato Tasso come miglior pittore del suo tempo al quale dedicò un alla sua morte nel 1586. Nella quarta sezione
le opere del centro Italia con la produzione dal ‘400 al ‘600 con il Suicidio di Lucrezia, attribuito a
Raffaello, un brillante olio su tavola di noce dalle piccole dimensioni,
25,7x18,2 cm.
Raffaello Sanzio (attr.), Suicidio di Lucrezia, inizio XVI sec., olio su tavola di noce, cm.25,7x18,2 |
La mia attenzione è rapita dal bozzetto o modello preparatorio per la Natività della Vergine Maria di Buccafumi di stupefacente costruzione spaziale, tra il leonardesco e il barocciano. Completano l’excursus fiorentino Andrea del Sarto, Santi di Tito e della cerchia di Maratta un dittico con Arcangelo Gabriele e Vergine annunciata, in cui è presente il ricorso da parte dell'artista di assistenti nell'esecuzione dell'opera.
Domenico di Pace, detto il Beccafumi, Natività della Vergine Maria (bozzetto o modello preparatorio), 1520 ca. olio su tela (trasporto da tavola) cm. 120,5x79,5 |
Carlo Maratta, (cerchia di), Arcangelo Gabriele e Vergine Annunciata, fine XVII e inizio XVIII sec., dittico olio su tela, cm. 56,5x43 cad. |
particolare |
Nella penultima sezione ci sono gli artisti
d’Oltralpe che vennero a Venezia per apprendere nelle botteghe, ormai
internazionali, le tecniche della pittura tonale veneta, della scultura e del
disegno. Sono molti i gentiluomini, probabilmente banchieri o commercianti,
dipinti su sfondo nero dai tratti realistici e spiccatamente nordici. Ospiti
Van Dyck e von Aachen. Diverso dal suo solito stile è il San Francesco di de Zurbaran artista del Siglo de Oro, soggetto sacro del Barocco più ispirato e morbido,
sensibile all’influenza esercitata da Guido Reni a Madrid e dal successo di
Murillo a Siviglia che dal 1540 in poi daranno seguito alle nuove preferenze
dettate dalle richieste dei committenti.
L’ultima sezione è invece dedicata alla perdita da parte di Venezia alla centralità artistica che fino alla fine del XVI secolo aveva avuto verso diverse realtà europee. Particolare è Luca Giordano con la Vergine Maria allatta il Bambino del 1665 circa e i pittori Bombelli e Trevisani.
Antoon van Dyck, Studio di testa, prima metà XVII sec., olio su tavola di noce, cm. 64,7x50,5 |
Francisco de Zurbaran, San Francesco, 1650-1658 ca., olio su tela, cm. 94,5x77 |
Hans von Aachen, Ritratto di Gentiluomo, 1585-87 ca., olio su tela, cm. 72x63 |
L’ultima sezione è invece dedicata alla perdita da parte di Venezia alla centralità artistica che fino alla fine del XVI secolo aveva avuto verso diverse realtà europee. Particolare è Luca Giordano con la Vergine Maria allatta il Bambino del 1665 circa e i pittori Bombelli e Trevisani.
Giulio Carpioni, Autoritratto, 1640 ca., olio su tela, cm. 49,7x40,7 |
Sebastiano Bombelli, Ritratto di un procuratore di San Marco dalla Stola d'Oro, 1685-1700 ca., olio su tela, cm.102,6x89 |
Le attribuzioni e il
riconoscimento dei personaggi famosi ritratti, mi spiega il curatore della
mostra Ettore Merkel, sono stati svolti con la massima cura e affiancati nell’analisi
dei pigmenti e dei materiali dalla restauratrice Giovanna Nieri. Alessandri è
convinto che l’arte debba essere per tutti ma le sue preoccupazioni si
rivolgono alla sua collezione e di ciò che i suoi eredi ne faranno, sperando
che non venga divisa e poi dispersa.
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