ESCHER – Palazzo Bonaparte, Roma dal 31/10/23 al 05/05/24

 ESCHER – Palazzo Bonaparte, Roma 

dal 31 ottobre 2023 al 5 maggio 2024

«Adoriamo il caos perché amiamo produrre ordine» M.C.Escher


M.C.Escher,
Mano con sfera riflettente, 1935
Litografia 318x213 mm
Collezione Rock J.Walker/
Walker Fine Art, USA
All M.C.Escher works © 2023
The M.C. Escher Company
All rights reserved
www.mcescher.com

Questa mostra monografica si può definire la più completa mai allestita di Escher (Maurits Cornelis, Leeuwarden, 17 giugno 1898 - Laren, 27 marzo 1972), in cui le opere esposte sono più di trecento distribuite sui due piani dello storico palazzo Bonaparte. La mostra prodotta ed organizzata da Arthemisia è curata da Federico Giudiceandrea e Mark Veldhuysen ed in collaborazione con M.C. Escher Foundation e Maurits. 

M.C. Escher, Autoritratto, 1929
Litografia, 264x203 mm
Collezione Maurits, Italia
All M.C. Escher works © 2023
The M.C. Escher
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L’artista si definisce come una persona che fin dalla sua gioventù ha usato la grafica come mezzo espressivo impiegando come strumenti le matrici di legno, di rame e pietre litografiche, oltre al torchio, all’inchiostro e ad ogni tipo di carta per la stampa. Egli sperimenta e perfeziona la tecnica continuando ad usare questo medium ma la sua ricerca non è rivolta solo alla perfezione ma ad un’instancabile multivisione delle sue idee attraverso la realtà, il sogno, la magia, l’ipnotico e l’illusione. Una creatività dal micro al macro senza l’uso delle moderne tecnologie che nasce dalle sue mani e si sviluppa in varianti uguali ma sempre diverse, distorte e riordinate, straordinariamente uniche che daranno linfa vitale negli anni successivi a tutta la produzione artistica mondiale. Uno stile personale rivolto ad un contatto più vicino al mondo della scienza. Come disse l’incisore bretone Jean-Pierre Velly (1943-1990): «Non c’è differenza tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. Si calcola con le ore, con chilometri, con gli anni-luce… Sono scale di misura e, ancora una volta, delle parole con le quali uno si esprime per provare a definire al meglio quello che abbiamo voglia di dire…Ma che vogliono dire “millimetri”, “anni-luce”? Non ha importanza, no?». (1983).

M.C.Escher,
San Michele dei Frisoni, Roma (Decimo secolo),
1932, Litografia, 435x491 mm
Collezione M.C.Escher Foundation, Paesi Bassi
All M.C. Escher works ©2023 The M.C.Escher
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Un video con la biografia dell’artista introduce alla visita che si articola in otto sezioni.

Nella prima, Gli inizi, in cui la natura è il suo tema ispiratore, attraverso una meticolosa osservazione della flora e della fauna e con vedute panoramiche che spaziano verso orizzonti lontani. Molto si deve al suo maestro Samuel Jessurun de Mesquita (1868-1944) esponente dell’Art Nouveau olandese nelle sue linee sinuose e nelle forme eleganti tipiche di questo movimento.

Nella seconda sezione, Italia, si racconta la sua esperienza italiana e celebra, in un certo senso, i cent’anni dal suo trasferimento a Roma, dal 1923 al 1935.

Così scrive:

«La sera (…) disegnavo la meravigliosa, bellissima architettura di Roma di notte,

che mi piaceva di più di quella alla luce del giorno.

Le passeggiate notturne sono il più meraviglioso ricordo che ho di Roma»

                                               

M.C.Escher, 
Sacerdoti mummificati a Gangi, Sicilia, 1932
Litografia, 204x274 mm
Collezione M.C-.Escher Foundation,Paesi Bassi 
 All M.C. Escher works © 2023 The M.C. Escher
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I suoi viaggi, in compagnia del suo amico artista svizzero Giuseppe Haas Triverio (1889-1963), erano iniziati due anni prima in Italia e i suoi soggiorni nel Belpaese si protraggono sempre più verso il sud, di cui scrive:

«Ero incredibilmente interessato al paesaggio del sud Italia. Alle influenze dei Mori come, ad esempio, quei tetti tondeggianti…l’ho trovato affascinante».            

Escher segue le lezioni di storia dell’arte di Adolfo Venturi all’Università La Sapienza di Roma, si unisce al Gruppo Romano Incisori Artisti ed espone per la prima volta la sua personale nella sua sede a Palazzo Venezia. È in questo periodo che si sposa e crea la sua famiglia. Successivamente al 1935 per sfuggire all’oppressione fascista si trasferirà in Svizzera, nel 1937 a Uccle in Belgio e nel 1941 a Baarn, nei Paesi Bassi.

La terza è dedicata alle Tassellature ovvero, secondo il gergo geometrico, a quei modi di suddividere il piano replicando una o più volte la stessa, o diverse figure geometriche all’infinito, evitandone la sovrapposizione e creando, a volte, una terza dimensione. Combinazioni che furono ispirate dal suo secondo soggiorno a Granada nel 1936, nell’Alhambra, un complesso palaziale andaluso fortificato su un colle in cui le decorazioni moresche si rifletteranno nei suoi lavori (mosaici, muqarnas, voussoirs, archi merlati, cupole, archi ogee, capitelli fatimidi, ecc.). Si può dire che in questo periodo il suo stile volge all’astratto.

M.C.Escher, La Cathédrale engloutie,
1929, Xilografia, 721x416 mm
Collezione M.C.Escher Foundation,Paesi Bassi
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La quarta sezione può essere definita come il seguito naturale delle tassellature con la xilografia Metamorfosi II, (1939-1940) una lunga striscia su cui il movimento è scandito dalle forme che con un ritmo quasi musicale, sul genere di Boléro di Ravel (1928), si estende da figure elementari in altre via via più complesse tornando poi alle sue origini.

La quinta sezione è dedicata alla Struttura dello spazio della sua composizione e scomposizione, della sua profondità in cui i solidi geometrici sono ruotati, incastrati e duplicati. La litografia Mano con sfera riflettente (1935) è tra le sue opere più famose, usata come superficie riflettente e deformante della realtà, risalta la cultura antropocentrica ed egocentrica del vivere contemporaneo.

La sesta sezione, Paradossi geometrici, è la conseguenza logico-matematica della precedente in cui le sue intuizioni visive ed intuitive sono poste come motivo di studio durante il Congresso Internazionale dei Matematici ad Amsterdam del 1954. Le stampe non solo trovano apprezzamento nella comunità accademica ma sollecitano il dialogo tra arte e scienza, obiettivo sempre inseguito ed auspicato dall’artista.

La settima sezione raccoglie invece i Lavori su commissione di cui: ex libris, loghi, biglietti d’auguri, francobolli, articoli pubblicitari, ecc. su cui sono stampate le sue tassellature, segno inconfondibile del suo stile.

Nell’ottava, Eschermania, la popolarità di Escher si estende alla pubblicità, alla moda, al design e si affianca ai movimenti hippy dalla metà degli anni Sessanta in poi, esprimendo il suo linguaggio avanguardistico ed immediato.

M.C.Escher, Sole e Luna, 1948
Xilografia, 251x270 mm
Collezione M.C.Escher Foundation, Paesi Bassi
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Le sezioni presentano diverse attività multimediali in cui il visitatore può interagire con le sue opere in modo diretto tramite la loro proiezione nella sala specchiata, immergendosi tra gli effetti di profondità e spazialità sotto le luci colorate; oppure con scatti fotografici che lo includono nei suoi lavori più celebri; o muovendo figure geometriche calamitate su pannelli per creare nuove forme.

Ma la migliore esperienza della mostra è quella dell’entrare realmente e fisicamente nello studio di Escher a Baarn, nei Paesi Bassi, ricreato così com’era tra le sue cose: una scrivania, i suoi strumenti di lavoro, la lampada, la lente d’ingrandimento. Un’esperienza da brivido per chi lo ha notato nello sfondo di Mano con sfera riflettente (1935) trovarsi nel suo spazio intimo dove creava i suoi lavori è emozionante, inoltre, rievoca un tempo ormai molto lontano dal nostro vivere contemporaneo in cui non esisteva il computer. Una riflessione sorge spontanea proprio da qui dal nostro pensare ultratecnologico in cui tutto diventa possibile attraverso l’uso del digitale distante dalla manualità del mondo di Escher, artista originale e unico, anticipatore di un’arte innovativa, magnetica ed ipnotica. 

catalogo edito da Skira

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                                                                                   Galleria:
M.C.Escher, Conchiglie, 1949
Mezzatinta, 160x109 mm
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M.C.Escher, Metamorfosi II, 1939-40
Xilografia, 192x3895 mm
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M.C.Escher, Girasoli, 1918
Linoleografia, 165x151 mm
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M.C.Escher, Stelle, 1948
Xilografia di testa, 320x260 mm
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M.C.Escher, Relatività, 1953
Litografia, 277x292 mm
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M.C.Escher, Salire e scendere, 1960
Litografia, 355x285 mm
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M.C.Escher, Buccia, 1955
Xilografia di testa e xilografia, 345x235 mm
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M.C.Escher,Vincolo d'unione, 1956
Litografia, 253x339 mm
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M.C.Escher, Limite del cerchio III, 1959
Xilografia, diametro 415 mm
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M.C.Escher, Cavaliere, 1946
Xilografia, 239x449 mm
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