GUERCINO NELLO STUDIO - Pinacoteca Nazionale di Bologna dal 28 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024

 GUERCINO NELLO STUDIO Pinacoteca Nazionale di Bologna

Dal 28 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024

«gran disegnatore e felicissimo coloritore […] mostro di natura e miracolo da far stupire chi vede le sue opere», Ludovico Carracci

GUERCINO, 
La Madonna del Passero, 1615-1616
olio su tela,
 Pinacoteca Nazionale di Bologna


L’intento della mostra è quello di presentare il Guercino attraverso uno studio a lui dedicato non solo sui processi esecutivi e di elaborazione della sua tecnica ma attraverso le relazioni lavorative e familiari che orbitavano intorno a lui e che hanno influito sul suo successo professionale. È a Bologna che Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento, Fe, 1591 – Bologna, 1666) si stabilisce dopo essere stato a Roma e poi di nuovo a Cento, ed è qui che i toni delle sue opere si schiariscono e s’illuminano di nuova luce, da quelli più scuri dei bruni e ocra ai più lucenti e chiari. La formazione artistica del Centese inizia con Benedetto Gennari senior per poi spostarsi tra Modena e Bologna, nella scuola dei Caracci e poi a Roma tra il 1621 e il 1623 da papa Gregorio XV Ludovisi, già suo committente quando era cardinale a Bologna. Fu lui ad aprirgli le porte per altre prestigiose commissioni (Palazzo Tanari e Oratorio di San Rocco a Pratello).

GUERCINO,
La Vestizione di san Guglielmo,1620
olio su tela  
Pinacoteca Nazionale di Bologna 


Guercino, dalle analisi diagnostiche delle sue opere, è l’artista che non ha ripensamenti, cosa insolita tra i suoi colleghi dell’epoca, tranne che per La Vestizione di san Guglielmo (1620), eseguita per la cappella Locatelli della chiesa di San Gregorio a Bologna. Già Sir Denis Mahon, noto studioso del Guercino, aveva osservato che il braccio sinistro del santo era stato spostato lasciando aperta una finestra verso lo sfondo della rappresentazione, occupata in gran parte dai musi dei cavalli e dalla linea d’orizzonte, ottenendo così una maggiore profondità spaziale. Un’altra eccezione è data dalla Madonna col Bambino benedicente (1629) nella Pinacoteca Civica di Cento, (non in presente in mostra) sempre attraverso la diagnostica di laboratorio dell’Università di Bologna, il Guercino aveva pensato inizialmente ad uno sfondo boschivo per poi cambiarlo in un ambiente chiuso, decisamente più intimo. L’artista operava con una serie di studi preparatori fino ad arrivare al progetto fedele all’opera finale, per il san Guglielmo se ne contano ben ventotto.

La mostra offre un percorso in cui l’artista dimostra la sua capacità di soluzione dei temi a lui richiesti come farebbe un direttore d’orchestra con i suoi orchestrali, il suo studio come luogo di lavoro di diverse personalità altamente specializzate e veloci in cui impiega i fidati fratelli Gennari e tra i collaboratori anche i suoi familiari, un’attività che per ben tre generazioni porterà avanti il suo operato. Nel suo studio erano ben distribuiti i ruoli dei suoi collaboratori ognuno aveva un proprio campo chi per i generi sacri, per quelli storici, per i ritratti, i paesaggi e le nature morte. Le curatrici della mostra sono Barbara Ghelfi e Raffaella Morselli, da sempre studiose del Guercino, che negli anni Novanta censirono la sua produzione artistica presente sul territorio per Sir Mahon e la curiosità crebbe verso questo artista dalle soluzioni geniali della costruzione della struttura, non solo sacra, dello spazio. Più si approfondiva il suo studio e più opere si scoprivano portandolo ad essere definito prolifico al pari di Rembrandt.

GUERCINO,
 San Bruno in adorazione della Vergine,
1647
 olio su tela
 Pinacoteca Nazionale di Bologna


Inoltre, nella mostra, si possono ammirare due opere poco note: Santa Maria Maddalena (1652) e San Paolo Eremita (1655) che secondo le fonti furono a lui care tanto da rimanere nel suo studio fino alla sua morte. Tra le opere esposte Raffaella Morselli parla della sua preferita: Padre Eterno (1646) che il Guercino ridipinse da capo in una sola notte perché, secondo la sua opinione, di dimensioni non idonee a coprire la pala d’altare sottostante. Secondo Mahon il Guercino si rese conto di aver sbagliato l’orientamento della luce rispetto alla pala sottostante e corresse la cimasa.

 In mostra è esposto il Libro dei conti, reso obbligatorio dalla Compagnia dei pittori di Bologna, è non solo un raro esemplare di strumento amministrativo ma soprattutto un prezioso documento per ricostruire l’attività del Guercino, in cui sono elencati oltre ai lavori del suo studio i clienti, tra nobili, principi e cardinali, le sue frequentazioni, i soggetti iconografici e le note con le eventuali variazioni di prezzo, datate dal 1629 fino al 1666. Dopo le nozze della sorella Lucia con Ercole Gennari, Guercino entrò ufficialmente nel nucleo familiare dei suoi assistenti e nel 1629 creò una società alla pari con suo fratello Paolo Antonio, il primo che redasse il libro contabile fino al 1649, anno in cui morì, poi compilato dallo stesso Guercino con annotazioni di glosse prive però della sintesi che contraddistinguevano il precedente. Dal 1665 sarà il nipote Benedetto Gennari a compilare il registro, sarà lui ad annotare il 22 dicembre del 1666 il decesso dell’artista. Il libro sarà ereditato dai fratelli Benedetto e Cesare Gennari che verrà custodito dalla famiglia fino al 1772 quando Carlo Gennari lo venderà a Filippo Ercolani. Il libro dei conti fu trascritto solo nel 1808 a chiusura della biografia del Guercino di Jacopo Alessandro Calvi e incluso nella Felsina pittrice del 1841, con aneddoti ed aggiunte di Gianpiero Zanotti, e, in epoca moderna, nell’edizione critica di Barbara Ghelfi.

GUERCINO, Padre Eterno, 1646
olio su tela
Pinacoteca Nazionale di Bologna


Solitamente venivano richieste più copie di un soggetto realizzate dal cognato del Guercino, Ercole Gennari e suo fratello Bartolomeo, solo con il suo consenso. Il listino prevedeva 25 ducatoni per una testa, 50 per mezza figura e 100 per quella intera; dai piccoli formati alle grandi pale d’altare annotando una tariffa preventiva e un saldo finale. Regole restrittive venivano applicate alle copie che dovevano essere prodotte contestualmente all’originale ma evase solo dopo l’uscita di quest’ultima. A Paolo Antonio erano riservate le nature morte e gli oggetti decorativi.

GUERCINO, Il martirio di san Sebastiano, 1619 ca.
olio su tela
Urbino, Galleria Nazionale delle Marche




Guercino nello studio è una mostra imperdibile e magistrale in cui si riconoscono le abilità del grande maestro e che approfondisce gli aspetti legati agli influssi su lui esercitati dai Carracci, dall’arte romana e soprattutto da Guido Reni. Un tavolo touch screen riassume i risultati ottenuti dagli studi diagnostici delle opere del pittore. Un catalogo ricco di contributi di recenti studi è di Dario Cimorelli editore. 

 Per maggiori informazioni sulla mostra clicca qui





 

GUERCINO,
 San Sebastiano soccorso da Irene, 1619-1620
 olio su tela
Pinacoteca Nazionale di Bologna

particolare
(foto P.Scalise)

GUERCINO,
 Padre Eterno con putto (cimasa) 1620,
 olio su tela
Genova, Musei di Strada Nuova
 ©Copyright Musei di Strada Nuova 

GUERCINO e PAOLO ANTONIO BARBIERI,
 Ortolana, 1655
 olio su tela
Collezione privata (Courtesy Cantore Galleria Antiquaria) 

PAOLO ANTONIO BARBIERI,
Piatti di pere e fichi, pesche, melone, verza e zucchina
1640 - 1649
Modena, collezione privata
(foto P.Scalise)

PAOLO ANTONIO BARBIERI
GUERCINO
BENEDETTO GENNARI,
Libro dei conti, 1629 -1666
Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna
(foto P.Scalise)

GUERCINO, 
Santa Maria Maddalena, 1652- 1655,
olio su tela,
Pinacoteca Nazionale di Bologna
(foto P.Scalise)

GUERCINO,
San Paolo eremita nutrito dal corvo, 1652-1655,
olio su tela,
Pinacoteca Nazionale di Bologna
(foto P.Scalise)

GUERCINO,
San Giovanni Evangelista, 1653 ca.
olio su tela,
collezione privata
(foto P.Scalise)

GUERCINO,
San Giuseppe, 1648-1649,
olio su tela
Pinacoteca Nazionale di Bologna
(foto P.Scalise)

GUERCINO,
San Giovanni Battista, 1644
olio su tela 
Pinacoteca Nazionale di Bologna
(foto P.Scalise)

copia dal Guercino,
Negazione di Pietro, 1619-1626?
olio su tela,
Pinacoteca Nazionale di Bologna
(foto P.Scalise)

CESARE GENNARI?,
Lot e le figlie, 1660-1665
olio su tela
Pinacoteca Nazionale di Bologna
(foto P.Scalise)

particolare
(foto P.Scalise)

BENEDETTO GENNARI,
Ritratto della famiglia Riva, 1689
olio su tela,
Pinacoteca Nazionale di Bologna
(foto P.Scalise)

GUERCINO,
San Pietro da Verona, 1647
olio su tela
Pinacoteca Nazionale di Bologna
(foto P.Scalise)


Guercino nello studio
Vista dell’allestimento Foto: Roberto Serra / Iguana

Guercino nello studio
Vista dell’allestimento Foto: Roberto Serra / Iguana

Lapide del Guercino nella Chiesa di San Salvatore, Bologna 
(foto P.Scalise)

Guercino nello studio
Vista dell’allestimento Foto: Roberto Serra / Iguana

Guercino nello studio
Vista dell’allestimento Foto: Roberto Serra / Iguana

Guercino nello studio
Vista dell’allestimento Foto: Roberto Serra / Iguana

Post popolari in questo blog

BOLLE DI SAPONE Forme dell’utopia tra vanitas, arte e scienza

GIORGIO DE CHIRICO E LA NEOMETAFISICA

LUIGI BARTOLINI: LA PITTURA E' UN UMORE DELLE ANIME INNAMORATE