POMPEI E SANTORINI L'ETERNITA' in UN GIORNO

POMPEI E SANTORINI  L'ETERNITA' in UN GIORNO - Roma, Scuderie del Quirinale dall'11 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020


J.M.William Turner, L'eruzione del Vesuvio, 1817-20,
acquarello
Yale Center for British Art Paul Mallon Collection

Cosa spinge Goethe nel suo viaggio in Italia tra il 1786 e il 1788 a cambiare il suo modo di vedere l’arte e la natura è in parte spiegato in questa mostra. La precedente dottrina sturmeriana del genio sarà sostituita da quella in cui l’opera d’arte è scaturita come un fenomeno della natura e regolata da leggi obbedienti a determinati processi. Egli così la descrive: «Natura! […]. Crea forme eternamente nuove; ciò che esiste non è mai stato, ciò che fu non ritorna – tutto è nuovo, eppur sempre antico. Viviamo in mezzo a lei, e le siamo stranieri […]. Agiamo continuamente su di lei, e non abbiamo su di lei alcun potere. Sembra aver puntato tutto sull’individualità, ma non sa che farsene degli individui. Costruisce sempre e sempre distrugge: la sua fucina è inaccessibile […]. Si è riservata un’intelligenza propria, che abbraccia ogni cosa e di cui nessuno può carpirle il segreto. Gli uomini sono tutti in lei, e lei in tutti. […]. E’ rude e dolce, piacevole e terribile debole e onnipossente. In essa, tutto è sempre lì. Non conosce passato né avvenire; la sua eternità è il presente. E’ benigna. La lodo con tutte le sue opere. E’ saggia e muta.»

Affresco che riproduce un lussureggiante giardino con diversi tipi di
 piante come oleandri, corbezzoli, pini, iris. Il giardino è arricchito da 
fontane, erme e varie specie di uccelli come usignoli, 
cornacchie, garzette Secondo quarto del I sec. d.C.
Pompei, Casa del Bracciale d’oro (VI 17, 42), salone 32 


Un’estetica romantica che nel fenomeno naturale rimescola il pensiero sulle eterne riflessioni umane largamente sviluppate nel periodo in cui Pompei rivede la luce del sole, nel 1748, dieci anni dopo la scoperta di Ercolano, suscitando grande scalpore e curiosità da parte dell’opinione pubblica da far chiudere in recinti inaccessibili ai non addetti ai lavori i siti di scavo da parte di Carlo III di Borbone, per preservare gelosamente il prezioso tesoro artistico. Un’Italia che trema ancora con il terremoto di Reggio e Messina del 1783 e richiama l’interesse internazionale sugli effetti devastanti degli elementi della natura.  Pompei e Santorini, due civiltà lontane nel tempo e nello spazio ma accomunate dallo stesso triste destino si raccontano nella mostra attraverso reperti archeologici anche inediti.  La distanza temporale tra le due è di circa 1.700 anni e quella spaziale con la geolocalizzazione si può misurare in circa 1.400 km. Lo stesso destino di due città per millenni conservate e preservate sotto le ceneri vulcaniche. Pompei distrutta nel 79 d.C. non dalla lava ma dall’esplosione del Monte Somma i cui i gas ardenti e nocivi hanno asfissiato le povere vittime; Santorini, l’antica Thera, in cui l’esplosione del vulcano del 1613 a.C. è stata devastante lo dimostra la grande caldera rimasta. Nel 1967 Akrothiri riemerge dagli scavi e svela una civiltà evoluta nelle sue case e negli oggetti di uso comune. Pompei fu sorpresa dall’evento catastrofico, lo testimoniano i calchi delle vittime, mentre Santorini, a quanto pare dai rilievi, fu abbandonata dai suoi abitanti prima del fenomeno. 
Efebo portalucerna, I sec. d.C., bronzo 
cm 139 
Pompei, Casa di Marco Fabio Rufo (VII 16, 19), salone
Parco Archeologico di Pompei




La mostra è curata da Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei e da Demetrios Athanasoulis, direttore dell’Eforia delle Antichità delle Cicladi, con Luigi Gallo e Luana Toniolo. Si inizia il percorso con la ricostruzione di uno spazio domestico con gli affreschi pompeiani originali e l’arredo di un triclinio per poi passare ai ritrovamenti di Santorini il tutto costellato da opere di arte contemporanea. Perché in fondo la paura di tali calamità è una costante sempre presente anche nel nostro vivere quotidiano, come l’impossibilità di poter prevedere e controllare i fenomeni naturali più catastrofici, come le eruzioni vulcaniche.

per maggiori informazioni visita il sito

galleria:

Fregio miniaturistico con un paesaggio subtropicale
Tarda Età del Bronzo I
 Gesso e pigmenti  23,5 x 220 cm
Akrotiri, Casa Occidentale, ambiente 5, parete est
Santorini, Museo di Thera Preistorica 

Affresco detto dei “Giovani pescatori”
Gesso e pigmenti, 122 x 69 cm
 Tarda Età del Bronzo I
 Akrotiri, Casa Occidentale, stanza 5 
Santorini, Museo di Thera Preistorica

Edouard Sain, Fouilles à Pompéi (Scavi a Pompei), 1865
olio su tela, cm 120 x 172
Paris, Musée d’Orsay



Copia del calco di un uomo con un bambino, XX secolo
 Resina Alt. 86 cm; largh.44cm; lungh. 144 cm
Pompei, Casa del Bracciale d’oro (VI 17, 42)
 Parco Archeologico di Pompei

Copia del calco di un uomo XX sec.
Resina, cm 90 x 60 x 50
Pompei, Palestra Grande (II 7)
 Parco Archeologico di Pompei

Brocca sferica monoansata, decorata con piante d’orzo e di veccia 
Tarda Età del Bronzo I, Terracotta
 h 30 cm
Akrotiri, Casa Occidentale, ambiente 6
 Santorini, Museo di Thera Preistorica

Brocca a becco mammillata decorata con motivi di colore rosso 
Tarda Età del Bronzo I, Terracotta
cm 42 h.
Akrotiri, Xeste 3, ambiente 6
 Santorini, Museo di Thera Preistorica

Andy Warhol, Vesuvius, 1985
acrilico su tela, serigrafia
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

Renato Guttuso, Eruzione dell'Etna, 1983
olio su tela,
Palermo, Villa Zita, Pinacoteca della Fondazione Sicilia

Damien Hirst Untitled Black Monochrome
(Without Emotion), 1997
mosche morte su tela

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