LUIGI BARTOLINI: LA PITTURA E' UN UMORE DELLE ANIME INNAMORATE

LUIGI BARTOLINI:  La pittura è un umore delle anime innamorate

- Osimo, Museo Civico Palazzo Campana; 

- Roma, Accademia di Belle Arti, Linee di libertà (28/03/2019-16/04/2019)

Luigi Bartolini, Il pittore galante (1962), litografia 20/100, cm 40x30
Osimo, Museo Civico di Palazzo Campana
ph A.Santarelli

 

Luigi Bartolini l’ho conosciuto in Osimo nel Museo Civico della deliziosa cittadina marchigiana anni fa e nel rivedere recentemente le ventitré incisioni, esposte all’Accademia di Belle Arti di Roma, mi sono incuriosita di quest’artista diverso per la sua continua ricerca artistica, spirituale e sociale del nostro recente passato. Un artista con un insaziabile desiderio di sapere. Luigi Bartolini (Cupramontana, 1892 - Roma, 1963) è stato un ribelle, nel senso buono della parola, già da bambino fuggì di casa per sottrarsi ad un padre troppo severo. La sua formazione artistica non si svolse in modo lineare e convenzionale, infatti seguì le lezioni dello storico dell’arte Adolfo Venturi e quelle di letteratura italiana alla Sapienza; frequentò, sempre dopo l’Accademia di Belle Arti, il corso di Anatomia alla Facoltà di Medicina. Interessato dal disegno, dall’incisione, dalla pittura, dalla poesia, dalla prosa si impegnò alla sceneggiatura di quello che fu definito il capolavoro del neorealismo cinematografico italiano, diretto da Vittorio de Sica, Ladri di biciclette (1946). Osimo fu a lui cara per l’incontro con Anita, la sua compagna di vita, madre di sua figlia Luciana, ma è proprio qui, nel giugno del 1933, fu arrestato con l’accusa di rapporti epistolari con i fuoriusciti. Fu poi rinchiuso a Montefusco (Av), poi in stato di semi-confino a Merano (Bz) e infine trasferito a Roma. Bartolini fu tra i pochi che si rifiutarono di firmare il Manifesto della razza del 1938. Egli riuscì a nascondere nella propria casa un’intera famiglia ebrea sottraendola al rastrellamento. E’ importante il suo profilo biografico perché aiuta a conoscere meglio la sua sensibilità artistica, in una realtà storica difficile, lontana dalla natura e regolata dall’odio umano che di lì a poco porterà al secondo conflitto mondiale. Nel Museo Civico di Palazzo Campana di Osimo sono presenti ventiquattro opere che Celso Canonico ha messo a disposizione della comunità, perlopiù disegni e oli, tra ritratti e paesaggi, esposti dal 2003 per il 40° anniversario dalla scomparsa dell’artista. Opere dal tratto veloce e sintetico dei disegni e romantico ed empatico degli oli.  Un artista completo. 

Luigi Bartolini, Lavandaia (s.d.), incisione cm 10,7x8
Osimo, Museo Civico di Palazzo Campana
ph A.Santarelli


Il mio caro amico scultore Francesco Zaccanelli, nelle nostre lunghe dissertazioni artistiche, mi dice spesso che il bravo incisore deve essere un eccelso disegnatore ed io aggiungo anche scultore, perché incidere è sottrarre materia, mentre nel disegno e nella pittura, soprattutto, si aggiunge sovrapponendola. Dal 28 marzo al 16 aprile 2019, sono state esposte all’Accademia di Belle Arti di Roma ventitré incisioni, realizzate nel periodo compreso tra il 1915 e il 1936. Opere da cui si evince il suo amore per Goya incisore e per Fattori in quella che si può definire incisione en plein air per quanto riguarda i paesaggi; e nei forti contrasti chiaroscurali alla maniera di Rembrandt. Il concetto di arte in Luigi Bartolini è lontano da quello avanguardista, egli infatti non voleva negare l’arte prima di lui come gli altri artisti dimostravano. La sua idea era più originale e nello stesso tempo eterogenea, egli non tralasciava nulla dalla realtà quotidiana circostante: il tremante e vivo Scarabeo Ercole (1934); il Bosco ceduo (1915) dai rami potati con nuove gemme; il Campo di grano (1926) dal caldo vento che scuote le bionde spighe e infine Le violette (1936) una prova di virtuosismo di linee e di poesia. 

Luigi Bartolini, Scarabeo Ercole (1934), acquaforte es. 15/70,
impronta mm 242x288, foglio mm 322x360
Desio, Collezione privata Dario Palma - mostra Linee di Libertà
ph. P.Scalise

Luigi Bartolini, Campo di grano (1926), acquaforte, es. unico,
impronta mm 199x270, foglio mm 500x350
Roma. Collezione privata - mostra Linee di Libertà
 ph. P.Scalise

Il titolo della mostra era infatti: Linee di libertà. Come rime libere da regole e costrizioni formali.  Molto toccanti ed affettuose sono state le parole della figlia Luciana nei riguardi del padre, ma anche illuminanti perché attraverso i suoi racconti sono stati svelati i tempi di realizzazione di alcune opere: tre anni per La ragazza alla finestra (1926-1929) e altri più veloci, lasciando, a volte, le opere quasi non-finite, pragmatiche. Nelle teche in mostra c’era anche il prezioso libretto Storia del martin pescatore (1935), una vera chicca artistica. Ho scoperto così un vero artista che come lui scrive si è rifugiato, ad ogni colpo del destino, sotto le ali dell’arte delle figure; ed esse mi hanno sempre reso quei beni che, spirituali, sono i più atti a guarire anche i mali materiali.

Per maggiori info vai al sito e al sito

Luigi Bartolini, Ragazza alla finestra (1926-1929),
acquaforte, es. 9/50, impronta mm 253x199,
foglio mm 445x325
Collezione privata - mostra Linee di Libertà
ph.P.Scalise

Luigi Bartolini, Testa di donna (1945),
carboncino e inchiostro, cm 13x17
Osimo, Museo Civico di Palazzo Campana
ph A.Santarelli

Luigi Bartolini, Le conchiglie (1936),
acquaforte, es. 2/2, impronta mm 285x236,
foglio mm 353x254
Collezione privata - mostra Linee di Libertà
ph P.Scalise

Luigi Bartolini, Le violette (1936),
acquaforte, es. 31/50, impronta mm 126x200,
foglio mm 250x350
Collezione privata - mostra Linee di Libertà
ph P.Scalise

Luigi Bartolini, A Vittoria (1957) olio su tavola,
cm 39,3x49,8
Osimo, Museo Civico di Palazzo Campana
ph A.Santarelli

Luigi Bartolini, La quaglia (1932), acquaforte, es. unico,
impronta mm 190x247, foglio mm 235x308
Roma. Collezione privata - mostra Linee di Libertà
ph P.Scalise

Luigi Bartolini, Il cimitero dei soldati stranieri (1922), acquaforte, es. 19/30, (1922 - I stato),
impronta mm 243x180, foglio mm 435x350
Collezione privata - mostra Linee di Libertà
ph P.Scalise

Luigi Bartolini, Roma - Via dei Fori (1939),
sanguigna cm 34,5x25,4
Osimo, Museo Civico di Palazzo Campana
ph A.Santarelli

Luigi Bartolini, Raccoglitrici di olive (anni '60),
tecnica mista, cm 45,5x32,5
Osimo, Museo Civico di Palazzo Campana
ph A.Santarelli

Luigi Bartolini, Il Gasometro (s.d.), incisione cm 14,7x11,7
Osimo, Museo Civico di Palazzo Campana
ph A.Santarelli

Luigi Bartolini, Ferri da cavallo (1929), acquaforte,
es. 2/3, impronta mm 148x170, foglio mm 219x247
Collezione privata- mostra Linee di Libertà
ph P.Scalise

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