OVIDIO AMORI, MITI E ALTRE STORIE

OVIDIO   -   AMORI, MITI E ALTRE STORIE   -  Roma, Scuderie del Quirinale 17 ottobre 2018 - 20 gennaio 2019

Giovan Francesco Gessi (Bologna 1588-1649),
Morte di Adone, 1639 c.a.
olio su tela
Pesaro, Musei Civici

Niente paura non siamo in sede d’esame ma di fronte ad una delle più belle mostre sulla produzione artistica scaturita dall’auctores latino Publio Ovidio Nasone, inaugurata a Roma il 17 ottobre scorso alle Scuderie del Quirinale. Una passeggiata nella storia dei suoi miti in cui le rigide periodizzazioni da manuale si perdono e rivelano la pura essenza di uno scrittore ispirato e ispiratore di favole e miti che il tempo ha reso immortali. 
Tutta la sua produzione è incentrata sull’amore, trattato come una disciplina da seguire con regole di comportamento, consigli e rimedi, nelle sue dinamiche e nelle sue possibili varietà, divino, platonico ed erotico. Racconti di romantici amanti e di eroine. 

Statua di Eros con l'arco
copia del I sec. d.C. da un originale del IV sec.a.C.
marmo greco
Venezia, Museo Archeologico Nazionale

Ma è dai personaggi delle sue Metamorfosi che la moda dall’epoca augusta in poi s’ispira proseguendo da quel momento verso modello pedissequi e non, e in quelle trasformazioni accidentali dell’iconografia artistica, apportando sorprendenti novità. Si evince, così, dalla serie di opere dei diversi artisti che non tutti abbiano seguito i testi in modo lineare e corretto ma basandosi a volte su modelli sbagliati o male interpretati, perpetuando a loro volta l’errore. E così nelle sale del secondo livello dedicate all’arte moderna le ferite di Adone dall’inguine salgono inspiegabilmente, in epoche successive, al costato. Si celebrano proprio quest’anno duemila anni dalla morte di Ovidio, il più citato nell’arte mondiale, senza di lui, dobbiamo riconoscere che non avremmo potuto godere dei capolavori di Botticelli, Bernini, Caravaggio, per citarne alcuni. Un uomo che passò dal circolo di Messalla Corvino e dalle glorie di corte fino alla relegazione a Tomi, sul Mar Nero, da parte di Augusto.  Il mistero avvolge le ragioni di questo allontanamento che lo portò dopo la malattia alla morte nel 18 d.C.               
Statua di Niobide Chiaramonti
copia di età adrianea, da un originale classicistico di età tardo ellenistica
marmo bianco, da Tivoli, Villa Adriana, ninfeo-stadio (?)
Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Gregoriano Profano

La curatrice della mostra Francesca Ghedini non nasconde la sua soddisfazione nel presentarla come la realizzazione di un sogno; un progetto decennale nato nell’Università di Padova, con Isabella Colpo e Giulia Salvo insieme ad un gruppo di colleghi tra letterati, storici dell’arte e della miniatura. Un piano che già prevedeva alcune opere certe, già fissate, si è risolto nel giro di due anni grazie al team scientifico ha prodotto una preziosa ramificazione in termini di scelte artistiche di altissimo livello. Certamente la ricerca è stata ben ponderata e selettiva per la vastità delle opere a lui ispirate. Felice è la sistemazione delle due Venere, la pudica di Botticelli di fronte alla callipigia, in silente dialogo. Non poche sono state le difficoltà pratiche affrontate dal team, fra cui quelle dettate da alcuni musei per il prestito come quella di appendere non per mito ma in sequenza continua le opere indivisibili di Carlo Saraceni, poi accordate come da progetto scientifico. L’itinerario inizia con un piccolo tempietto in cui primeggia il Ritratto di Ovidio dai vividi colori di Giovan Battista Benvenuti, detto l’Ortolano (Ferrara, 1480-1527 c.a.), 1505-10, tra i suoi testi inserito nella prima sala in cui le insegne luminose in neon di Joseph Kosuth, Maxima Proposito (Ovidio), 2017, riportano in un doppio codice linguistico, latino e inglese, unire due linguaggi universali dell’umanità divisi da duemila anni di storia. Sempre i suoi pensieri costellano tutta la mostra debitamente ben citati in basso nelle fiches. Piero Boitani ha curato un’utile libretto guida in omaggio ai visitatori per accompagnarli attraverso i miti di Ovidio.  L’audioguida è compresa nel prezzo del biglietto. Il catalogo curatissimo anche come utile strumento di studio è edito da Arte’M per l’Erma di Bretschneider. 
per maggiori informazioni visita il sito
Galleria:

Alessandro Filipepi, detto Sandro Botticelli,
(Firenze, 1445-1510)
Venere pudica, 1485-90,
tempera e olio su tavola trasferita su tela,
Torino, Musei Reali- Galleria Sabaudia,inv.172
Statua di Venere Callipigia
metà del II sec. d.C., marmo
Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv.6020
Pompeo Batoni (Lucca, 1708- Roma, 1787), Bacco e Arianna, 1773
olio su tela
Roma, Galleria W.Apolloni Arte Antica

Cammeo con Leda e il cigno
III sec.d.C., agata onice
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Gruppo statuario con Leda e il cigno
copia della tarda età adrianea (II sec.d.C.)
da un originale ellenistico del 50 a.C. c.a.
marmo pentelico
Venezia, Museo Archeologico Nazionale

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