ANTONIO SAURA e il riciclo dell’arte di EL GRECO attraverso Goya
ANTONIO SAURA e il riciclo dell'arte di El Greco attraverso Goya
A.Saura, Sin titulo, 1950, olio su tela, Museo Reina Sofia, Madrid |
Da bambino visita con il padre il Museo del
Prado a Madrid e ne resta affascinato, conosce i grandi maestri del passato dal
Siglo de Oro e ammira le opere di El Greco, Velàzquez e Goya. La Spagna
aveva dimenticato anche El Greco dopo la sua morte, ma dopo le vicende parigine
del 1838, epoca in cui re Luigi Filippo d’Orlèans aveva acquistato molte opere
del cretese per la Galleria spagnola del Louvre, il Museo del Prado si mette
alla ricerca delle sue opere. El Greco: il pittore ribelle che non
assecondava mai il volere dei suoi
committenti. Lo stesso aveva affascinato anche Francisco Goya (1746-1828), un altro pittore interessato ai poveri,
ai deboli e agli emarginati della società. Saura a quattordici anni, colpito
dalla tubercolosi, è infermo a letto e copia dalle riviste le opere
dell’avanguardia. E’ un autodidatta curioso e sperimentatore di tutte le
diverse tecniche artistiche oltre che dalla pittura, si dedica alla litografia,
l’incisione, la prosa e la poesia.
F.Goya, Il 2 maggio 1808: lotta contro i Mamelucchi, 1860, olio su tela, Museo del Prado Madrid |
A.Saura, Nu-paysage (nude-landscape), 1959, olio e inchiostro su carta, Museo Reina Sofia, Madrid |
A.Saura, El rapto del àngel, 1950, olio su tela, Museo Reina Sofia, Madrid |
J.Pollock, Guardians of the secret, 1943, olio su tela San Francisco Museum of Art |
La materia si pone prima della forma. I luoghi dell’Informale sono il gruppo Co.Br.A., fondato nel 1948 da Asger Jorn, che riunisce tre gruppi attivi in Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam, con riferimento all’olandese Willem de Kooning (1904-1997) e la Spagna mediterranea di Antoni Tàpies (1923-2012). Una delle tendenze più apprezzate giunge dall’Art Brut del primo periodo del francese Jean Philippe Arthur Dubuffet (1901-1985).
W.De Kooning, Bianco e nero, 1959, smalto su fogli di carta tagliati, incollati e montati su tela, coll. Marie Christophe Thurman, New York |
J.Dubuffet, Chiacchierando con un giornale, 1961, Crane Kalman Gallery, Londra |
Gli artisti si sentono artefici del cambiamento e stravolgono l’arte precedente, fanno tabula rasa in un clima mondiale di pessimismo negativo in cui la guerra mostra tutta la sua brutalità. Si fa ricorso a individui privi di pregiudizi e che siano all’oscuro della conoscenza della realtà. Se il Surrealismo controlla vigile le azioni artistiche qui regna la libertà. L’España Negra e la tauromachia ispirarono l’arte spagnola con l’uso del colore nero in pittura. E’ dal tratto materico, segnico, corposo, sinuoso e vibrante, dai colori puri che Saura ricicla El Greco. E’ nei particolari delle opere de El Greco, nell’Adoration of the Shepherds e nel Laoconte che anticipano persino Cézanne e poi Picasso.
El Greco, Laoconte, 1610-1614, National Gallery of Art, Washington D.C. |
El Greco, The Adoration of the Shepherds, 1612-14,olio su tela, Museo del Prado, Madrid |
P.Cézanne,Le bagnanti (bozzetto), olio su tela Fondazione Magnani Rocca, Momiano (PR) |
A.Saura, Grito n.°7, 1959, olio su tela, Museo Nazionale Reina Sofia, Madrid |
F.Kline, Figure Eight, 1952 |
In Grito n° 7, 1956, la plasticità della figura è data dalla pennellata esagerata nera e viola. Simile all’americano Franz Kline (1910-1962) in Figure Eight, 1952. Alla pittura direttoriale propagandistica e celebrativa dalle grandi dimensioni a quella libera dei Co.Br.A. dove si vive e si crea in comunità. La contestazione del Sessantotto ripescherà questa pratica di gruppo. In Aischa, 1956, il corpo umano femminile è compresso e indecifrabile. Segni grandi che si sovrappongono coprendo la figurativa, alienandola. Nello stesso anno in Mària, dipinge direttamente con il tubetto. Un’opera simile a Guardianes del secreto, 1943 di Jackson Pollock (1912-1956). Gesti che cancellano il passato anche in Dama en su habitaciòn, 1960.
A.Saura, Dama en su habitaciòn, 1960, tecnica mista su carta, Museo Reina Sofia, Madrid |
A.Saura, Mujer-Sillòn, 1975 |
De Kooning esprime con Mujer, 1949, il genere più che la bellezza con una tecnica da Street art e con colori dell’arcobaleno. Nel 1957 Saura inizia ad usare il colore su carta e non su tela per una rapidità di esecuzione maggiore.
W.De Kooning, Woman, 1950-52, Moma New York |
A.Saura, Crucifixion, 1959-63, olio su tela, Museo Guggenheim Bilbao |
A.Saura, Retrato imaginario de Brigitte Bardot, 1962, olio su tela |
A.Saura, Retrato imaginario de Felipe II, 1974, olio su tela, Museo Reina Sofia, Madrid |
F.Goya, Saturno che divora i suoi figli, 1819-23, Museo del Prado, Madrid |
Interessante è il ciclo dei retratos, tra i quali quello di Brigitte Bardot, 1960. Nel Retrato imaginario de Felipe II, 1974, egli s’ispira al Saturno di Goya nella mostruosità del volto per ritrarre il re di El Greco che non lo volle mai come suo pittore. El Greco criticato come visionario e lontano dal gusto di corte. Le mostruosità e il pessimismo di Goya tonano vive in Portrait imaginaire de Goya, serie del ‘63.
A.Saura, Portrait imaginaire de Goya, 1963 |
Sono più di 100 le opere che Antonio distruggerà nel ‘65. L’artista nel ‘67 si stabilirà a Parigi e un anno dopo abbandonerà la pittura fino al 1979, proseguirà con le incisioni e con le illustrazioni dedicandosi anche a scrivere saggi d’arte di grande valore.
Illustrerà alcune edizioni letterarie come Don Chisciotte di Cervantes, Baltasar di Graciàn, 1984 di G.Orwell, Le Avventure di Pinocchio di Collodi, Diares di Kafka e Sogni e Discorsi di Quavedo. Saura morirà nel 1998 a Cueca.
Galleria:
F.Goya, Asmodea, una dei 14 dipinti neri, 1820-23 Museo del Prado, Madrid |
F.Goya, The dog, 1821-23, Museo del Prado, Madrid |
P.Cézanne, La Cava Bibemus, 1866 c., olio su cartone, coll.privata |
P.Cézanne, Il bosco, 1890, matita e acquarello su carta bianca, Fondazione Magnani Rocca, Momiano (PR) |