ANTONIO SAURA e il riciclo dell’arte di EL GRECO attraverso Goya

ANTONIO SAURA e il riciclo dell'arte di El Greco attraverso Goya

L'artista contemporaneo che ha riciclato nelle passioni il grande maestro spagnolo El Greco è Antonio Saura. Un protagonista del XX secolo ancora molto apprezzato in patria ma dimenticato in altri paesi.  A tale proposito lo nomina la sociologa Raymonde Moulin nel libro L’Artiste, l’Institution et le Marché ponendolo al primo posto della lista dei contemporanei dimenticati dalle istituzioni e non più esposti. Gillo Dorfles, recentemente scomparso, ne Il divenire della critica, parla di lui come esponente della corrente astratta lirica che ha saputo rendere l’arte del Padiglione spagnolo della XXIX Biennale marciana «più viva e più convincente». Tra le vite dei due artisti ci sono più di quattro secoli di storia, entrambi sono vissuti in periodi difficili, il primo durante l’espulsione dei Moriscos dalla penisola iberica da parte di re Filippo III come atto finale della Reconquista e l’altro in cui la dittatura franchista sopprimeva la libertà. In Francia l’arte spagnola fu riconosciuta come esotica e orientale per la sua vicinanza alla cultura araba.  

A.Saura, Sin titulo, 1950, olio su tela,
Museo Reina Sofia, Madrid
Le avanguardie europee non entrarono direttamente in Spagna ma attraverso gli artisti che fuggivano. Un’altra via delle Avanguardie sarà invece quella degli artisti che rifugeranno in Spagna, perché non parteciperà al primo conflitto mondiale. Antonio Saura Atarés nasce a Huesca nel 1930 come pittore, poeta e critico d’arte. La Spagna dal ‘39 al ‘50 è un deserto culturale; uscire dal paese significava registrare la data del proprio rientro. La dittatura pesa sulla sua famiglia di stampo repubblicano. Antonio è il maggiore di quattro fratelli cresciuti durante la guerra spagnola tra Madrid, Valencia e Barcellona. 

Da bambino visita con il padre il Museo del Prado a Madrid e ne resta affascinato, conosce i grandi maestri del passato dal Siglo de Oro e ammira le opere di El Greco, Velàzquez e GoyaLa Spagna aveva dimenticato anche El Greco dopo la sua morte, ma dopo le vicende parigine del 1838, epoca in cui re Luigi Filippo d’Orlèans aveva acquistato molte opere del cretese per la Galleria spagnola del Louvre, il Museo del Prado si mette alla ricerca delle sue opere. El Greco: il pittore ribelle che non assecondava mai il volere dei suoi committenti. Lo stesso aveva affascinato anche Francisco Goya (1746-1828), un altro pittore interessato ai poveri, ai deboli e agli emarginati della società. Saura a quattordici anni, colpito dalla tubercolosi, è infermo a letto e copia dalle riviste le opere dell’avanguardia. E’ un autodidatta curioso e sperimentatore di tutte le diverse tecniche artistiche oltre che dalla pittura, si dedica alla litografia, l’incisione, la prosa e la poesia. 
F.Goya, Il 2 maggio 1808: lotta contro i Mamelucchi, 1860,
olio su tela, Museo del Prado Madrid
A.Saura, Nu-paysage (nude-landscape), 1959,
olio e inchiostro su carta,
Museo Reina Sofia, Madrid
Le università sono occupate e la guerra in Europa divampa. Gli alleati non pensano di liberare la Spagna, probabilmente perché potrebbe poi appoggiare il comunismo. Saura nel 1951 si recò a Parigi per conoscere Breton e i Surrealisti. In questo periodo s’ispirò alle forme biomorfiche di Mirò
A.Saura, El rapto del àngel, 1950, olio su tela,
Museo Reina Sofia, Madrid
Due sono due le correnti artistiche attuali: la pittura informale e l’espressionismo astratto nord americano dell’Action Painting
J.Pollock, Guardians of the secret, 1943, olio su tela
San Francisco Museum of Art

La materia si pone prima della forma. I luoghi dell’Informale sono il gruppo Co.Br.A., fondato nel 1948 da Asger Jorn, che riunisce tre gruppi attivi in Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam, con riferimento all’olandese Willem de Kooning (1904-1997) e la Spagna mediterranea di Antoni Tàpies (1923-2012). Una delle tendenze più apprezzate giunge dall’Art Brut del primo periodo del francese Jean Philippe Arthur Dubuffet (1901-1985). 


W.De Kooning, Bianco e nero, 1959,
smalto su fogli di carta tagliati,
incollati e montati su tela,
coll. Marie Christophe Thurman, New York



J.Dubuffet, Chiacchierando con un giornale, 1961,
Crane Kalman Gallery, Londra

Gli artisti si sentono artefici del cambiamento e stravolgono l’arte precedente, fanno tabula rasa in un clima mondiale di pessimismo negativo in cui la guerra mostra tutta la sua brutalità. Si fa ricorso a individui privi di pregiudizi e che siano all’oscuro della conoscenza della realtà. Se il Surrealismo controlla vigile le azioni artistiche qui regna la libertà. L’España Negra e la tauromachia ispirarono l’arte spagnola con l’uso del colore nero in pittura. E’ dal tratto materico, segnico, corposo, sinuoso e vibrante, dai colori puri che Saura ricicla El Greco. E’ nei particolari delle opere de El Greco, nell’Adoration of the Shepherds e nel Laoconte che anticipano persino Cézanne e poi Picasso


El Greco, Laoconte, 1610-1614,
 National Gallery of Art, Washington D.C.

El Greco, The Adoration of the Shepherds,
1612-14,olio su tela, Museo del Prado, Madrid


P.Cézanne,Le bagnanti (bozzetto), olio su tela
Fondazione Magnani Rocca, Momiano (PR)
Ma Saura lo stravolge ancora di più arrivando a una sintesi più stringente. Saura lavora per serie su diversi temi. 
A.Saura, Grito n.°7, 1959,
olio su tela, Museo Nazionale Reina Sofia,
Madrid
F.Kline, Figure Eight, 1952


In Grito n° 7, 1956, la plasticità della figura è data dalla pennellata esagerata nera e viola. Simile all’americano Franz Kline (1910-1962) in Figure Eight, 1952. Alla pittura direttoriale propagandistica e celebrativa dalle grandi dimensioni a quella libera dei Co.Br.A. dove si vive e si crea in comunità. La contestazione del Sessantotto ripescherà questa pratica di gruppo.  In Aischa, 1956, il corpo umano femminile è compresso e indecifrabile. Segni grandi che si sovrappongono coprendo la figurativa, alienandola. Nello stesso anno in Mària, dipinge direttamente con il tubetto. Un’opera simile a Guardianes del secreto, 1943 di Jackson Pollock (1912-1956). Gesti che cancellano il passato anche in Dama en su habitaciòn, 1960.            
A.Saura, Dama en su habitaciòn, 1960,
tecnica mista su carta,
Museo Reina Sofia, Madrid
A.Saura, Mujer-Sillòn, 1975


De Kooning esprime con Mujer, 1949, il genere più che la bellezza con una tecnica da Street art e con colori dell’arcobaleno. Nel 1957 Saura inizia ad usare il colore su carta e non su tela per una rapidità di esecuzione maggiore. 

W.De Kooning, Woman, 1950-52,
Moma New York


A.Saura, Crucifixion, 1959-63,
olio su tela, Museo Guggenheim Bilbao
La serie delle Crucifixiones riflettono la sua visione del Cristo non-religiosa ma reale di un uomo sofferente in uno spazio neutro alla Velàzquez. A Madrid fonda EL PASO con R.Canogar, M.Millares e L.Feito; artisti ispirati dall’arte francese del secondo dopoguerra e dal Surrealismo, con l’intento comune di unire l’arte europea alla spagnola. Il gruppo si scioglierà tre anni dopo nel difficile clima franchista. L’arte di Saura è trasgressiva e lontana dalla figurativa tradizionale. Nel 1957 ha la sua prima esposizione parigina nella Stadler Gallery e l’anno dopo è alla XXIX Biennale marciana nel padiglione Spagna: Avanguardia artistica e realtà sociale 1936-1976 con le opere di Canogar, Saura, Suaez, Vela, Tapies e Millares. E’ singolare come El Caudillo, amante della triade di flamenco, tori e calcio voglia portare Saura nelle sale delle esposizioni europee come esempio d’immagine moderna della Spagna senza che lui riesca pienamente a capirne la portata rivoluzionaria, peraltro, a lui contraria. Saura avverte la sensazione di non essere compreso nemmeno dal popolo spagnolo. Nel ‘59 è alla II edizione di Documenta a Kassel. 
A.Saura, Retrato imaginario de Brigitte Bardot,
1962, olio su tela
A.Saura, Retrato imaginario de Felipe II,
1974, olio su tela,
Museo Reina Sofia, Madrid
F.Goya, Saturno che divora i suoi figli, 1819-23,
Museo del Prado, Madrid

Interessante è il ciclo dei retratos, tra i quali quello di Brigitte Bardot, 1960. Nel Retrato imaginario de Felipe II, 1974, egli s’ispira al Saturno di Goya nella mostruosità del volto per ritrarre il re di El Greco che non lo volle mai come suo pittore. El Greco criticato come visionario e lontano dal gusto di corte. Le mostruosità e il pessimismo di Goya tonano vive in Portrait imaginaire de Goya, serie del ‘63. 

A.Saura, Portrait imaginaire de Goya, 1963

Sono più di 100 le opere che Antonio distruggerà nel ‘65. L’artista nel ‘67 si stabilirà a Parigi e un anno dopo abbandonerà la pittura fino al 1979, proseguirà con le incisioni e con le illustrazioni dedicandosi anche a scrivere saggi d’arte di grande valore.


Illustrerà alcune edizioni letterarie come Don Chisciotte di Cervantes, Baltasar di Graciàn, 1984 di G.Orwell, Le Avventure di Pinocchio di Collodi, Diares di Kafka e Sogni e Discorsi di Quavedo. Saura morirà nel 1998 a Cueca.




Galleria:

F.Goya, Asmodea, una dei 14 dipinti neri, 1820-23
Museo del Prado, Madrid

F.Goya, The dog, 1821-23,
Museo del Prado, Madrid
P.Cézanne, La Cava Bibemus, 1866 c.,
olio su cartone, coll.privata
P.Cézanne, Il bosco, 1890, matita e acquarello su carta bianca,
Fondazione Magnani Rocca, Momiano (PR)

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